Dopo la pensione per i dipendenti pubblici le porte dell'ufficio non si riaprono più e rientrare dalla finestra sarà difficile. Non ci sono più scuse insomma, soprattutto...
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I DETTAGLI
Ci sono però alcune eccezioni: sono consentiti mandati post-pensione per i prof, facendo così salvo il campo della docenza purchè si tratti di incarichi «reali», con un impegno didattico definito e un compenso commisurato. Lo stesso vale per chi fa ricerca, in relazione a progetti già programmati, affidati a persone con un curriculum all'altezza. Sono ammessi anche gli incarichi per commissari straordinari e per componenti di giunte di enti territoriali e per membri di organi elettivi appartenenti a ordini professionali. Invece sono da ritenere 'out' tutti gli incarichi dirigenziali e tra quelli direttivi anche le posizioni di direttore scientifico e sanitario. Il 'niet' investe pure, «in assenza di esclusioni», gli uffici di diretta collaborazione di organi politici. C'è infine una deroga generale che riguarda gli incarichi conferiti a titolo gratuito, ma anche in questo caso non mancano paletti: la durata è fissata ad un anno. Inoltre la circolare recita: «Le amministrazioni dedicheranno particolare cura all'esigenza di evitare conflitti di interessi, in considerazione del rischio che l'interessato sia spinto ad accettare l'incarico gratuito dalla prospettiva di vantaggi economici illeciti». Le nuove regole, chiarisce la circolare, sono operativa già dal 25 giugno, data di entrata in vigore del dl (sono quindi posti al riparo gli incarichi conferiti prima di quella data) e si estende a tutte le amministrazioni pubbliche, incluse le autorità indipendenti. Quanto agli organi costituzionali, come il Parlamento e il Governo, sono chiamate ad adeguarsi secondo la loro autonomia. Stando alla norma quindi dovrebbe essere sempre più difficile trovare travet over66, età standard di messa a riposo, e si dovrebbero anche aprire gli spazi per la cosiddetta staffetta generazionale. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia