«Cresce il Pil, crescono gli occupati, meno disoccupazione. Le riforme servono», scrive il premier Matteo Renzi su Twitter, commentando gli ultimi dati Istat. ...
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«Quello che è importante è che l'Italia è ripartita dopo che negli ultimi anni è come se avesse avuto la ruota bucata e una caduta in discesa» mentre i Paesi di testa dell'Europa crescevano, dice poi in un video sottolineando che «per chi è abituato a cifre e statistiche sono solo numerini ma è di più: è la donna del Sud che trova occupazione, il cinquantenne che ha una chance grazie al Jobs act».
«Il mese di settembre - sottolinea il premier Matteo Renzi nel video in cui commenta i dati Istat - è un mese di ripartenza e torniamo tutti al lavoro con la giusta carica. Segnali positivi di crescita nel nostro Paese vengono dal turismo, dalla produzione industriale e dall'Expo, che è stato uno straordinario successo e continua a esserlo, e oggi da alcuni dati dell'Istat particolarmente positivi: più 44mila occupati, meno 143 mila disoccupati».
«I dati sul lavoro e sulla crescita dimostrano che non siamo alla maglia rosa e non cresciamo più di tutti ma siamo tornati nel gruppo dei Paesi di testa Ue grazie alle riforme che abbiamo fatto e stiamo facendo.
La crescita economica acquisita per il 2015 pari allo 0,6% è «già vicina alla nostra stima per l'anno (+0,7%)», sottolinea il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. «Con stime ragionevoli e affidabili le finanze pubbliche sono sotto controllo e ci permettono di dare respiro alla ripresa». Padoan lancia su Twitter l'hashtag #cisiamo. «Economia cresce, disoccupazione cala, aumentano occupati. Ora consolidare e accelerare - scrive ancora - ma direzione è giusta».
«I dati diffusi oggi dall'Istat indicano che i numeri del lavoro confermano l'avvio della ripresa economica certificato da indici come l'incremento del Pil, la riduzione dell'utilizzo della cassa integrazione e la crescita della fiducia dei consumatori», dice il ministro del lavoro Giuliano Poletti che aggiunge: «Ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta: ora dobbiamo accelerare». Poletti sottolinea poi «l'importanza» dei dati Istat «considerata, in particolare, nella dimensione di lungo periodo». Su base annua, infatti, gli occupati aumentano di 235.000 unità, i disoccupati sono 217.000 in meno e le persone inattive calano di 87.000 unità.
Per il ministro «conforta la diminuzione del numero dei giovani disoccupati, che pure rimane molto elevato e che richiede di fare tutti gli sforzi per migliorare la situazione». «Agli elementi positivi sul piano quantitativo - prosegue Poletti - si affianca, peraltro, la conferma del dato, già emerso dalle comunicazioni amministrative del Ministero e dell'Inps, di un sistematico miglioramento della qualità del lavoro dipendente, per il quale l'Istat certifica l'aumento, in misura sostenuta, del numero dei lavoratori a tempo indeterminato e a tempo pieno, insieme con la riduzione della precarietà».
«È ormai dimostrato che, alla fine di una lunga e durissima crisi, gli elementi di cambiamento si verificano nel tempo e in maniera non sempre lineare. L'obiettivo della riforma del mercato del lavoro - conclude Poletti - è di rendere stabile e permanente il miglioramento sia della quantità sia della qualità dei posti di lavoro». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia