La lotta all'evasione fiscale, intesa soprattutto come capacità dello Stato di convincere i cittadini a fare il proprio dovere, in Italia non funziona. Lo sancisce in...
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Ma ci sono anche altri fattori: l'esiguità delle sanzioni, la difficoltà dell'amministrazione di perseguire un'evasione definita “di massa” diffusa tra le piccole e medie imprese e i professionisti, l'insufficienza di strumenti quali gli studi di settore e il redditometro, l'inefficacia delle sanzioni penali, condizionate da un atteggiamento ondivago del legislatore e nella maggior carte dei casi destinate a sfociare nella prescrizione, il ricorso ai condoni che scoraggiano gli onesti. Il tutto in un contesto in cui l'81 per cento dell'Irpef dichiarata deriva da contribuenti il cui reddito prevalente è quello da lavoro dipendente o da pensione.
La via indicata dai magistrati contabili è quella dell'utilizzo massiccio delle tecnologie informatiche e telematiche: in questa chiave c'è un esplicito apprezzamento per alcune norme contenute nella legge di Stabilità attualmente in discussione, come quella che permetterà all'Agenzia delle Entrate di mettere a disposizione del contribuente tutte le informazioni che lo riguardano, con l'obiettivo di indurlo ad un comportamento corretto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia