Il governo cinese scende nuovamente in campo con altre misure di allentamento monetario per tentare di rivitalizzare l'economia nazionale e per arginare il drastico calo della...
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La Banca Centrale del Dragone ha tagliato di tassi di interesse di 25 punti base al 4,6% mentre il tasso sui depositi è stato portato all'1,75%. Tagliati anche i requisiti di riserva per le banche commerciali che servono le aree rurali e che offrono prestiti all'agricoltura e alle piccole aziende.
Ultimamente la People's Bank of China si sta molto adoperando a favore della crescita del Paese. Quello annunciato oggi è il quinto taglio dei tassi di interesse da novembre. L'ultimo aggiustamento al ribasso risale a fine giugno. Da inizio anno, inoltre, ha ridotto già quattro volte i coefficienti di riserva richiesti alle banche, oltre ad aver introdotto diverse altre misure volte a favorire i prestiti all'economia reale.
Secondo l'agenzia di Stato Xinhua, la Banca Centrale cinese, attraverso una serie di aste repo (pronti contro termine) a sette giorni, avrebbe poi iniettato nel sistema 150 miliardi di yuan, pari a 23,4 miliardi di dollari, in quella che diventa la maggiore operazione di questo genere dal gennaio del 2014.
Evidente lo sforzo di evitare una crisi di liquidità, molto probabile a causa delle attuali turbolenze della finanza cinese. Nel fine settimana le autorità della Cina hanno permesso ai grandi fondi pensione di investire nel mercato azionario, ma secondo molti economisti sarebbe stato più prioritario un intervento più corposo, come ad esempio una iniezione di liquidità.
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Quotidiano Di Puglia