Nessuno tocchi l’albero che cade sulla strada

Nessuno tocchi l’albero che cade sulla strada
Su 350mila alberi a Roma ce ne sarebbero almeno 50mila bisognosi di cure e attenzioni. Uno su sette. Non è poco. Ascolta: <span...

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Su 350mila alberi a Roma ce ne sarebbero almeno 50mila bisognosi di cure e attenzioni. Uno su sette. Non è poco.

Inutile stupirsi che una folata di vento più forte – il nuovo clima tropicale rinforza spesso le raffiche – finisca spesso per tradursi in un tronco in più sull’asfalto o sull’automobile sfortunata che aveva trovato un parcheggio ingannevole. Il problema è che quando cadono gli alberi, vengono rimossi dagli addetti della Divisione Giardini del Comune con una solerzia degna di un bradipo. Allora è il tempo dei giardinieri fai-da-te nei quartieri della Capitale? C’è chi ci ha provato, ed è finita come per quei generosi cittadini che si misero a segnalare le buche nelle strade di Roma con cerchi di vernice gialla o con scritte informative: “okkio alla buca!”. I vigili urbani multarono i più zelanti: vietato sporcare l’asfalto. Ora, visto che qualcuno si è azzardato a tagliare un moncherino di albero semicaduto, per evitare il peggio per l’auto propria o altrui, è nata l’idea di porre sotto sequestro le aree dove si potrebbero verificare gli interventi di cittadini troppo intraprendenti, che finirebbero per imbrattare “un luogo di pubblico transito” (articolo 674 Codice penale) abbandonando rami, foglie e cortecce a terra, invece che lasciarle penzolare come tante spade di Damocle sui cofani e sui tettucci delle auto in sosta.

Per evitare il reato citato succede che in una via centrale di Roma (a ridosso del comando della Marina militare) da più di un mese sia stata posta sotto sequestro (ex articolo 354 Cpp) un’area di una decina di metri quadrati, sufficiente per impedire il traffico in una strada percorsa abitualmente da bus di linea e turistici. Il sequestro dell’area – dove insistono altre quattro piante sospette di essere appetite da boscaioli in erba – avrebbe dovuto preludere all’intervento di periti del Comune per valutare lo stato delle piante pericolanti e della Procura per verificare i reati commessi da chi ha tagliato l’alberello pericolante. Dal primo settembre non si vedono né gli uni, né gli altri. I bus sono costretti a manovre indicibili, si creano code chilometriche, aumentano le emissioni di CO2 e di polveri sottili. Ma così le piante saranno libere di schiantarsi a terra quando vogliono. E addosso a chi è meno fortunato. Nessuno tocchi l’albero cadente. E quando è caduto? Peggio per chi se l’è preso in testa.

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Quotidiano Di Puglia