Underspreche, ritmo e teatralità made in Salento con Symbiosis

Underspreche
Gli Underspreche vengono da Cavallino e stanno bruciando le tappe. Lo stanno facendo nel migliore dei modi possibili: duro lavoro in studio e qualità compositiva di prima...

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Gli Underspreche vengono da Cavallino e stanno bruciando le tappe. Lo stanno facendo nel migliore dei modi possibili: duro lavoro in studio e qualità compositiva di prima scelta.


Nel giro di soli due anni, Simone Campanile e Marika Della Torre hanno visto il loro nome e la loro musica rimbalzare tra i set di alcuni dei più seguiti dj al mondo (cito giusto Dixon, Solomun, Daniel Avery, Red Axes, Sascha Funke), live impeccabili, re/edit non ufficiali da far esplodere il dancefloor e comparsate sonore in sfilate di moda (la traccia “Mi Luz Es Dintinta” per Versace). La loro storia discografica parla già di quattro vinili per la scozzese Optimo Trax (JD Twitch è completamente innamorato del loro sound): si parte con lo split insieme allo storico Muslimgauze, poi “Subterrenus” e “Invito alla Danza”, il loro primo album suddiviso in due ep. Iniziano a fioccare feedback, recensioni entusiastiche sulla stampa specializzata, tanto che il noto Christian Zingales, firma su Blow Up, li definisce “sontuosi nel gioco di ritmiche e tessiture, con la capacità di esplicitare un ventaglio di suggestioni cromatiche e teatralità influenzato dal Salento e dai rispettivi immaginari artistici”.


Ora è la volta di “Symbiosis”, nuovo tassello di questa storia importante, tre nuovissimi brani stampati su vinile dalla Endless Flight (sotto etichetta della Mule Musiq, label di culto giapponese). Entrare nel mondo di Simone e Marika significa immergersi in un caleidoscopio “world” tecnologico fatto di ritmi, macchine, suoni futuristici e voci ancestrali. Tracce che sembrano uscite da un rito magico, da una cerimonia dove il corpo e la mente si estraniano, viaggiano in altri luoghi, per poi ritrovarsi “purificati”. Una visione della techno del tutto personale e dal taglio sperimentale, che non ha paura di contaminarsi con influssi esterni (India, Sud America e Africa ad un passo). Questa musica ha un gran potere. In molti all’estero se ne sono accorti da un pezzo; da pochi giorni sono rientrati da una performance live al Berghain/Panorama Bar di Berlino, la mecca techno europea per eccellenza. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia