Una copia di Persefone nei laboratori del MarTa

Una copia di Persefone nei laboratori del MarTa
Capelli rossi, un chitone, tipica veste greca plissettata, verde o azzurro, il sakkos, cuffia delle dee e di Afrodite, ingioiellata con diademi ed ori di Taras, la colonia greco...

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Capelli rossi, un chitone, tipica veste greca plissettata, verde o azzurro, il sakkos, cuffia delle dee e di Afrodite, ingioiellata con diademi ed ori di Taras, la colonia greco spartana. Tra sogno e scienza, fantasia e rigore sulle tecniche reali di colorazione delle colonie in Magna Grecia in fase tardo antica, l'immaginazione ha condito gli studi incrociati di Angelo Conte, dottore in lettere e saggista, dopo aver trascorso una vita ad indagare sulle orme del viaggio non autorizzato della “Dea in Trono”, ed essersi trovato davanti alla sua copia la settimana scorsa, in un incontro al MarTa, rivolto alle associazioni.


La statua, in base alla sua ricostruzione documentaria, molto simile in alcuni passaggi alle ricerche archeologiche di Paola Zancani Montuoro, fu trovata a Taranto oltre 100 anni fa, intorno al 1912, ai tempi del soprintendente Quintino Quagliati, tra via Duca degli Abruzzi e via Mazzini. L'aveva attesa a lungo, l'originale, finita all'Altes Museum di Berlino nel 1915, di mano in mano, Paese dopo Paese tra Italia, Francia, Svizzera e Germania. Un po' il caso, un po' la testardaggine di sognare di vederla al Museo Archeologico di Taranto, dove aveva passato una vita ad inventariare gli scavi della Soprintendenza Archeologica della Puglia ed a scoprire documenti importanti sul rinvenimento in una fossa, non gli hanno consentito di ammirare l'autentica dea nelle sale espositive tedesche. Tuttavia, il suo lavoro è tornato sotto i riflettori, perché, appena sono circolate le notizie, sui social network, sulla concessione di poter esporre una copia nell'allestimento tarantino, quando sarà inaugurato il secondo piano sulla città greca ai tempi dei fondatori, si spera entro l'estate prossima, è iniziato un dibattito nella pagina Facebook del Museo.

E, sorprendentemente, la direzione, nella sua strategia di comunicazione, ha consigliato più volte di approfondire il suo libro, “La Dea del Sorriso”, al momento in fase di aggiornamento ed integrazione in una nuova veste, con un nuovo editore, e, pare, con un nuovo titolo, dopo il successo imprevedibile, specialmente in contesti anglosassoni.


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