«Come Roma con la via Appia, anche Lecce avrà, fatte le debite proporzioni, il suo tratto di antica strada romana percorribile che l’anno prossimo sarà...
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Dal cantiere che occupa lo spazio dell’ex Carlo Pranzo, sta emergendo, appunto, una strada extra moenia di epoca romana - forse del periodo repubblicano - che dal bastione nei pressi del Circolo Tennis segue la direzione del bar Commercio, cominciando a girare, quindi seguendo verosimilmente, secondo lo studioso che dirige la Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università del Salento, la vecchia via per Brindisi.
La differenza fra questa strada e le altre venute alla luce all’interno delle mura, nel centro storico, per esempio vicino al Comune, in via Rubichi, in piazzetta Castromediano o, ancora, in piazzetta Santa Chiara, è presto detta. «Quei rinvenimenti – spiega Arthur – sono chiusi, non sono visibili né visitabili. Questa strada, invece, sarà lasciata a vista per i residenti e i turisti e sarà integrata all’interno del Parco delle Mura urbiche, che è in fase di realizzazione e che, quindi, sarà un grande parco pubblico anche di interesse archeologico. Le varianti del progetto, infatti, hanno incluso già da tempo i ritrovamenti archeologici. Questa strada, quindi, diventerà un’ulteriore attrazione turistica, che darà un plusvalore culturale a Lecce».
Fin qui, la rilevanza sociale della scoperta, ma a questa si affianca, poi, quella scientifica. «Questa strada ci serve a capire – continua l’archeologo – la viabilità antica e medievale della città perché è vero che fu costruita in periodo romano repubblicano ma è stata usata anche durante il Medioevo. Fu abbandonata solo con la costruzione delle nuove mura voluta dall’imperatore Carlo V, nel Cinquecento».
La strada romana presenta un muretto di delimitazione, la crepidine (una sorta di gradino) con due filari paralleli di blocchi squadrati, la sede stradale, che non era lastricata ma sostanzialmente fatta di ghiaia o ciottoli (con più fasi di riparazione), e poi, infine, un altro muretto di delimitazione.
«Con i miei cinque allievi abbiamo iniziato due anni fa lo scavo archeologico, che ormai è quasi completato. Ora non ci resta che sistemare tutto per i restauri e i consolidamenti, a cui seguirà la valorizzazione che vuol dire l’accessibilità, la fanalistica, l’eventuale musealizzazione e così via».
Uno scavo fruttuoso anche per altri rinvenimenti. «Abbiamo ottenuto – conclude Arthur – una serie di risultati, ma la scoperta più interessante, oltre a questa strada romana, è stato il tratto di un fossato probabilmente di età federiciana». È stata una felice intuizione quella di chi, all’apertura del cantiere, ha voluto fare un’indagine archeologica preventiva dando il via agli scavi e riportando alla luce un’altra testimonianza importante dell’antica Lupiae. Se sommiamo questo ulteriore prezioso tassello al mosaico che comprende, oltre ai monumenti già esistenti, anche il recupero in corso dell’intero anfiteatro della vicina Rudiae, comincia a comporsi in maniera evidente il quadro di una Lecce archeologica tutta da scoprire. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia