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Non è affatto difficile, prima di fargli i più sinceri auguri per suoi cento anni, a don Luigi Grassi, il patriarca della omonima famiglia brindisina votata allo spettacolo, dividere la sua lunga e bella vita in generi cinematografici e teatrali. Egli nasce a Brindisi il 9 gennaio del 1923, il fascismo già al potere e col padre, già attivo imprenditore brindisino che dal 1919 era già proprietario di una pista di pattinaggio, dove ora sorge il palazzo Inail ed attaccato al vecchio Teatro Verdi, nell'attuale Piazza Cairoli. Genere biografico. E fu così che il solerte Carmelo senior, dopo una fugace gestione del Teatro Mazari, nel 1925 fece nascere il primo cinema "Eden", che vantava il famoso, per quei tempi, schermo di proiezione detto "a francobolo", ma soprattutto la bella capienza di 1000 posti. E veniamo all'altro genere che si può accostare alla per niente garbata richiesta dei fascisti negli anni trenta, il tempo del massimo consenso al duce, che intimarono a don Carmelo di cambiare il nome al Teatro; alcuni fascisti infatti avevano già provveduto a buttare tante uova sull'insegna dell'Eden, che "vantava", ( era questa la sua "colpa", ma non ridete per favore!), lo stesso nome dell'esecrabile, per loro, primo Ministro all'epoca della perfida Albione, alias l'ormai nemica Inghilterra, Anthony Eden appunto...Il genere? avanspettacolo e commedia degli equivoci, forse. Fatto sta che il teatro dovette chiamarsi "Africa Orientale", si era già nel 1936, l'Impero appena conquistato lo esigeva! Luigi intanto cresceva, all'ombra del padre, per lui prima vennero gli studi classici ed in futuro la Laurea in Giurisprudenza; ma si sentiva però sempre più innamorato delle magie reciprocamente confluenti del Teatro e del Cinema. Genere: l'amore per lo spettacolo. Il suo è un apprendistato straordinario, che prima della morte del padre Carmelo, nel 1950, gli fornisce, tra l'altro, la volontà ed il coraggio, dopo l'arrivo degli inglesi nel 1943, a Brindisi, dopo l'armistizio, di barricarsi in quello che è ormai anche "il suo teatro/Cinema", in risposta alla pretesa di costoro nel voler requisire le apparecchiature della vecchia sala di Piazza Cairoli. Si sbarrò letteralmente dentro con gran coraggio, ma nulla potè poi per opporsi a quel sorpruso, anche se poi a fine guerra recuperò tutto. Genere: il cinema imperniato sul coraggio? L'anno della svolta per Luigi fu, inevitabilmente il 1950, l'Anno Santo, (per lui niente affatto...), quando il padre Carmelo venne improvvisamente a mancare. Toccava a Luigi prendere le redini del tutto. E lo fece alla grande, potenziando le sue attività, dandosi con una indefessa laboriosità e lungimiranza ad organizzare anche la appena nata AGIS, l'agenzia pubblica italiana per lo spettacolo; prova ad avere migliori contratti con le distribuzioni cinematografiche; non solo per se' ma per tutti gli esercenti pubblici dello spettacolo, prima pugliesi e poi nazionali, tanto da divenire presidente nazionale dell'AGIS dal 1979 al 1986. Il genere? Il cinema impegnato.Nel frattempo nel 1966, l'anno del terribile alluvione a Firenze, inaugura finalmente il Cinema/Teatro "Impero", ancora vivo oggi e che "lotta insieme a noi", come si potrebbe ancora dire, parafrasando uno slogan degli anni settanta. Genere? Il cinema neorealista, quello che allude al riscatto degli italiani, dopo la guerra. E poi nel 1985 rinasce il cinema "Eden" in via Appia, piccolo ma funzionale, con 330 posti. una sorta di rivincita sull'ottusità. Genere: il cinema della speranza? Solo alludere al gran cinema, ed anche a quello "piccolo" o d'intrattenimento passati per queste sale o alle anche grandi compagnie, straordinari attori o lavori teatrali anche celeberrimi passati per quei palcoscenici sarebbe temerario, anche al solo accennarvi fuggevolmente.
Quotidiano Di Puglia