Sabbia bianca, acqua adamantina attraversata dal riverbero del sole estivo. Basterebbero questi elementi ad appagare il visitatore delle coste salentine, eppure se si muove lo...
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Se la meraviglia, come si legge nel vocabolario Treccani online, è un “sentimento vivo e improvviso di ammirazione, di sorpresa, che si prova nel vedere, udire, conoscere cosa che sia o appaia nuova, straordinaria, strana o comunque inaspettata”, si comprenderà l’accezione dell’aggettivo scelto per qualificare il Salento, “meraviglioso” perché magnifico e suggestivo, ma soprattutto sorprendente nella vastità di esperienze che è in grado di offrire. Carluccio (scomparso appena qualche mese fa), ingegnere studioso del patrimonio paesaggistico e archeologico locale, appassionato “birdwatcher”, giunse alla Guida dopo anni di studio e la pratica di avventurarsi, mappe alla mano, negli anfratti della costa, collezionando egli stesso sorprese nell’incontro con il paesaggio. Come la farfalla tropicale monarca africana che attraversa in volo il Parco del Rauccio durante un sopralluogo per la costituzione del Parco Naturale, “secondo avvistamento in Italia” dopo il primo avvenuto a Lampedusa.
Un percorso che lo studioso - in questo libro pubblicato pustumo - condivide con il lettore per prepararne lo sguardo alla sorpresa, mettendo a fuoco i mille dettagli che sfuggono all’esploratore inesperto. Le orchidee, ad esempio, sono un patrimonio poco conosciuto e che tuttavia costituisce una peculiarità del paesaggio costiero. Delle centocinquanta specie spontanee localizzate in Italia, si legge nel testo, una quarantina - quasi un terzo - fioriscono nelle radure erbacee delle macchie e nei boschi del Salento. E alcune, come la “Ophrys tardans” sono esclusive del Tacco. Il lungo cammino tra Adriatico e Jonio parte dalle marine leccesi per proseguire in direzione di Otranto toccando, oltre al Rauccio e alla riserva delle Cesine, il parco archeologico di Acquarica di Lecce, gli insediamenti messapi di Rocavecchia, il sito di Cavallino, San Cataldo e i laghi Alimini.
Da Otranto a Leuca fa tappa nelle grotte preistoriche come la celeberrima Grotta dei Cervi di Porto Badisco, il “Louvre della preistoria” universalmente riconosciuta come il più importante santuario neolitico d’Europa, e poi ancora tra scogliere e ville eclettiche a Santa Cesarea Terme, fa ingresso nelle cripte bizantine dell’entroterra e raggiunge menhir e dolmen nel territorio di Giurdignano. Da Leuca a Porto Cesareo tocca le medievali Centopietre di Patù, Ugento con il suo vasto patrimonio di reperti in cui spicca lo Zeus, una delle più importanti sculture bronzee magnogreche scoperta fortuitamente negli anni ‘60 proprio nel cuore del paese. Ancora, Gallipoli che non è solo spiagge e movida ma restituisce, ad esempio, anche resti di insediamenti neolitici e la chiesetta medievale di San Mauro con affreschi bizantini del tredicesimo secolo. E poi ancora porti, parchi, cave, falesie, santuari circondati da una incredibile vegetazione, a pochi chilometri dal mare. Una guida per gli amanti della costa che non si accontentano della tintarella. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia