«Lo Stato? Un tiranno e chi indossa la mascherina è un servo»: marito e moglie negazionisti denunciati per vilipendio dello Stato

«Lo Stato? Un tiranno e chi indossa la mascherina è un servo»: marito e moglie negazionisti denunciati per vilipendio dello Stato
Noi tutti, ovvero i “poveri mascherati”, visti come “servi” di quello Stato composto da “tiranni”. E così, marito e moglie di Erchie, in...

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Noi tutti, ovvero i “poveri mascherati”, visti come “servi” di quello Stato composto da “tiranni”. E così, marito e moglie di Erchie, in provincia di Brindisi, sono stati denunciati con l’accusa, come sempre tutta da dimostrare e pure da rispolverare, di vilipendio allo Stato. Un’accusa di quelle gravi, anche perché il presunto reato è piuttosto “raro”, per così dire. Eppure, due coniugi, marito e moglie, sono stati deferiti dai carabinieri della locale stazione perché identificati come autori di alcuni manifesti che, qualche notte fa, erano stati affissi in vari punti del centro. Volantini un po’ negazionisti e pure offensivi. Non solo nei confronti dello Stato, ma anche verso quei cittadini che ogni giorno si coprono il viso con la mascherina d’ordinanza convinti di proteggersi e proteggere gli altri dal contagio da coronavirus.

“Cari mascherati – si leggeva sul manifesto – vi hanno visto così devotamente asserviti e sottomessi che non hanno non potuto prorogare un’emergenza che non esiste! Non possono non esistere i tiranni, quando il popolo è composto da servi come voi!”. Insomma, da una parte la critica allo Stato tiranno, dall’altro al popolo servo. Il tutto, sembrerebbe, con un pizzico di negazionismo. Forse più di un pizzico. Marito e moglie, infatti, erano già noti alle forze dell’ordine e, pure, agli stessi carabinieri della stazione che, più volte, erano stati costretti a sanzionare signore e signora di fronte al rifiuto di indossare quella “maschera” che no, loro ne sono convinti, non serve a nulla. A nulla, praticamente, che non sia finalizzato ad asservire i cittadini più creduloni e timorosi. Come no! I manifesti, più che altro volantini fatti in casa con stampante e cartuccia di inchiostro nero, erano comparsi in paese nella notte tra il 2 e il 3 gennaio e non erano sfuggiti ai militari pronti ad indagare sulla loro origine. A trasformare il dubbio in qualcosa di più, sono state le telecamere di videosorveglianza installate a ridosso delle zone dove gli offensivi volantini erano comparsi.

Da qui, l’identificazione di marito e moglie, entrambi denunciati con l’accusa di vilipendio allo Stato. Ipotesi di reato piuttosto inusuale, almeno in tempi moderni. Eppure, tra negazionismo, no al 5G e “terrapiattismo”, chissà che non torni di moda. In sintesi, consiste nel “tenere a vile” l’oggetto del dileggiato, «implicandone una svalutazione del valore o un oltraggio nei suoi confronti». Più semplicemente, è una negazione del prestigio, rispetto o fiducia nei confronti di istituzioni civili o religiose, ma anche verso oggetti dotati di particolare valore come, ad esempio, la stessa bandiera italiana. Spesso messo in contrasto con il concetto di libertà di opinione ed espressione, l’esistenza stessa della fattispecie, nel XXI secolo, a qualcuno potrebbe sembrare persino come un’ancora di buon senso. 

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Quotidiano Di Puglia