Sorpreso nello studio privato mentre avrebbe dovuto trovarsi in ospedale, a lavorare. Un altro medico sospeso dopo essere stato sorpreso dai Nas di Taranto a lavorare in una...
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Non si sa se, come accaduto in tempi recentissimi, il medico abbia prodotto certificazione per allontanarsi dal reparto o se invece “l’extramoenia” non autorizzata sia frutto solo di un equivoco, sta di fatto, però, che il radiologo è destinatario di un provvedimento piuttosto pesante: quindici giorni di sospensione per sei mesi, vale a dire salario dimezzato per tutto il perioso della sanzione, così come pure l’attività professionale.
Ma non è tutto.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, che hanno compiuto le opportune verifiche, il medico in passato avrebbe offerto la prestazione professionale in un laboratorio privato mentre avrebbe dovuto trovarsi in ospedale con camice e strumenti diagnostici. Da verifiche compiute sarebbe stato segnalato che il professionista in più circostanze avrebbe vidimato il proprio badge di ingresso in ospedale e nelle ore in cui era ufficialmente nel laboratorio pubblico si trovava invece in altra sede, privata però. E’ una vicenda che risale a qualche settimana fa ma di cui solo adesso si è avuta notizia. «Le investigazioni sono state effettuate dalla forze dell’ordine e noi, come Asl, dinanzi alle ipotesi formulate abbiamo applicato la norma Brunetta che consente di irrorare provvedimenti disciplinari ai dipendenti trovati in posizione irregolare» ha affermato il direttore dell’Asl brindisina Giuseppe Pasqualone.
Il medico ovviamente potrà produrre delle controdeduzioni e motivare perché era assente dal luogo di lavoro, resta al momento la pesante sanzione supportata dalle documentazioni assunte dagli investigatori.
L’emergere di casi di presunta “infedeltà” dei medici sta ponendo l’attenzione sullo stato di salute complessivo della categoria, facendo inoltre temere che possano essere altri procedimenti aperti: «Con la normativa Brunetta è più facile l’accertamento di eventuali responsabilità e la tipologia delle sanzioni, è una misura che si sta adottando in più comparti pubblici» sottolinea Pasqualone che, parlando della corretteza della categoria, afferma: «Sono casi assolutamente isolati sui quali stiamo intervenendo, anzi la situazione trovata nella Asl di Brindisi mi sembra decisamente più sana rispetto ad altre province. La grande maggioranza del personale impegnato nelle strutture sanitarie lavora con partecipazione e grande dedizione, su questo punto si può star tranquilli» conclude il direttore dell’Asl. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia