A Torre Guaceto l'oasi è protetta ma non pulita: è invasa da rifiuti e alghe

A Torre Guaceto l'oasi è protetta ma non pulita: è invasa da rifiuti e alghe
BRINDISI - La segnalazione arriva da turisti sconcertati: le alghe, e fin qui ci può stare. Le bottiglie di plastica e i rifiuti, però, proprio no: specie se si...

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BRINDISI - La segnalazione arriva da turisti sconcertati: le alghe, e fin qui ci può stare. Le bottiglie di plastica e i rifiuti, però, proprio no: specie se si trovano sulla battigia di una spiaggetta ipertutelata, proprio nel cuore dell’oasi marina protetta di Torre Guaceto. Zona A, inibita perfino alla balneazione a tutela dell’ecosistema. Passeggiando nel paradiso i viandanti si sono imbattuti in uno spettacolo (domenicale) non proprio gradito. Specie se inserito in uno scenario di assoluta amenità. E poiché nell’era del naturalismo 2.0 è possibile sempre sfoderare uno smartphone, documentare e denunciare, qualcuno ha pensato bene di fare qualche scatto. Proprio per segnalare il paradosso. Riserva marina protetta, con tanto di bottiglie di plastica. <HS>

Il primo interrogativo non può che essere quello più scontato: di chi è la responsabilità? Difficile rispondere. I rifiuti vengono molto probabilmente dal mare, ma in linea di principio le spiagge tutte - figurarsi quelle di una riserva tanto blasonata quanto lo è Guaceto - dovrebbero essere più linde che mai. La pulizia dei litorali spetta ai Comuni. Nel caso di specie si tratta di Carovigno, al cui territorio costiero appartiene quello spicchio di sabbia tanto suggestivo. Fino allo scorso anno, però, della rimozione dei detriti sugli arenili si è occupato il consorzio di Torre Guaceto, con i propri dipendenti: «Quest’anno non possiamo permettercelo. Da quando non possiamo più contare sui servizi turistici - spiega il direttore del consorzio di gestione, Alessandro Ciccolella - abbiamo difficoltà economiche a sobbarcarci un onere per il quale non abbiamo una competenza specifica. La raccolta bisogna farla a mano, non possono entrare dei mezzi, lì. E non c’è personale a sufficienza». Il risultato? Dal sabato alle 11 al lunedì mattina non c’è un servizio di pulizia. Il ministero dell’Ambiente, del resto, non stanzia fondi per eliminare la spazzatura dalla riserva naturale. Ma prevede dei contributi per la tutela dell’habitat, insomma per le competenze specifiche dell’ente.<HS>
Appare una contraddizione in termini anche agli habitué di Guaceto. Indigeni e forestieri che ogni anno in massa si danno appuntamento da Penna Grossa e dintorni senza rinunciare però a una passeggiata all’interno della zona A, laddove di solito sembra di trovarsi in una dimensione parallela. <HS>

Proprio nei giorni di maggiore afflusso, non si può contare su una prestazione fondamentale. Considerato che, stando a una valutazione sommaria dello stato dei luoghi, non sembrerebbe ci siano responsabilità da attribuire a visitatori incivili. Quel mucchietto di plastica pare proprio essere stato portato a riva dalle onde. Accade ovunque, anche in altri lidi. Altrove però la pulizia delle spiagge viene effettuata giornalmente (a carico dei Comuni) e la pessima figura viene così scongiurata, se non in caso di particolari condizioni meteo-marine. Il problema, quindi, è destinato a riproporsi per tutta l’estate. Le immagini da cartolina rischiano di venirne compromesse. E con esse l’immagine di un territorio per cui bellezze e turismo sono linfa vitale. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia