Stop ai lavori in via del Mare. L’Autorità portuale, dunque, per il momento dovrà rinunciare a completare le opere di security ed in particolare la recinzione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’Autorità portuale, tuttavia, ha deciso di non fermare i lavori ed a quel punto, da palazzo di città è arrivata l’ordinanza che imponeva non solo lo stop ma anche l’abbattimento delle opere già realizzate ed il ripristino dello stato dei luoghi. Ordinanza contro la quale l’Authority ha presentato ricorso al Tar. Il tribunale amministrativo ha inizialmente sospeso, con un decreto cautelare monocratico, il provvedimento del Comune. Almeno così sostenevano dall’ente portuale, anche se prima della sezione dispositiva del decreto cautelare i giudici scrivevano che ritenevano sussistente “il periculum in mora con riferimento all’ordine di immediato ripristino dello stato dei luoghi e di rimozione delle opere realizzate”.
Ad ogni modo, ieri, dopo la camera di consiglio di mercoledì, i giudici amministrativi hanno emesso un’ordinanza, sempre in fase cautelare, con la quale chiariscono ulteriormente la questione sospendendo “l’efficacia dell’atto impugnato limitatamente ai disposti ripristino dello stato dei luoghi e rimozione delle opere realizzate”. Resta in vigore, dunque, lo stop ai lavori.
I giudici, tuttavia, si spingono oltre e, sulla base di quanto dichiarato dalla stessa Autorità portuale, ovvero che il progetto definitivo della security approvato dal comitato tecnico amministrativo era stato trasmesso al Provveditorato alle opere pubbliche per l’accertamento di conformità urbanistica, senza che a ciò fosse seguita la conferenza di servizi prevista dalla legge o comunque qualunque altra intesa tra Stato e Regione, sostengono che sarebbe stato necessario convocare “una conferenza di servizi ai sensi dell’articolo 2, comma 14, della legge 24 dicembre 1993, numero 537, alla quale partecipano la Regione e, previa deliberazione degli organi rappresentativi, il Comune o i Comuni interessati, nonché le altre amministrazioni dello Stato e gli enti comunque tenuti ad adottare atti di intesa, o a rilasciare pareri, autorizzazioni, approvazioni, nulla osta, previsti dalle leggi statali e regionali”.
Questa mancanza, sostiene il Tar, pur “ad una sommaria delibazione della controversia propria della fase cautelare, appare aver impedito l’ultimazione dell’iter procedimentale necessario e quindi sostenere la legittimità dell’atto impugnato”. Questo significa, in poche parole, che l’iter autorizzativo non sarebbe stato completato, proprio come sosteneva il Comune di Brindisi. Che ora, naturalmente, esulta per il risultato ottenuto, benché si tratti ancora della fase cautelare.
«Il Tar ha rilevato - conferma una nota di palazzo di città - che non essendo stata effettuata una conferenza dei servizi alla quale partecipano la Regione, il Comune e gli altri enti abilitati ad adottare atti di intesa, o a rilasciare pareri, autorizzazioni, approvazioni, nulla osta, non è stato di fatto completato il previsto iter procedimentale. La trattazione di merito del ricorso sarà effettuata nell’udienza pubblica del 7 giugno 2017. L’amministrazione comunale ha provveduto a far eseguire l’ordinanza di blocco dei lavori già in mattinata».
Soddisfatta, naturalmente, anche la sindaca Angela Carluccio. «Interrompere la costruzione di quella struttura orribile e incompatibile con la bellezza del nostro porto - sottolinea - è solo il primo passo. Ora proseguiremo il nostro percorso per far sì che il progetto sia modificato, nell’interesse della città, dei cittadini e per rendere giustizia a uno dei più suggestivi nuovi scorci di Brindisi». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia