BRINDISI - Mentre il popolo di Eni si muove verso la capitale per partecipare all’ennesima manifestazione di protesta nel tentativo di contrastare la scelta di Eni di...
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Tutto questo mentre incrociano le braccia ancora una volta, anche oggi per l’intera giornata, i lavoratori del gruppo Eni e quindi anche di Brindisi.
Un sit-in è stato programmato per questa mattina davanti ai cancelli del Petrolchimico mentre una folta delegazione brindisina parteciperà alla manifestazione nella piazza del Pantheon a Roma. «Siamo costretti ancora una volta ad incrociare le braccia – dicono all’unisono i segretari dei chimici di Cgil, Cisl e Uil - perché sono forti le preoccupazioni che derivano dalla testardaggine del Management Eni e da un intollerante menefreghismo del Governo che, nonostante tutti i riscontri negativi avuti (i quali meriterebbero una più approfondita discussione), continuano a perseguire la strada della “svendita di Versalis alla Sk Capital”.
L’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha di recente ribadito che non c’è altra soluzione per la chimica se non quella dell’ingresso di un nuovo soggetto nella società in grado di impiegare risorse per far fronte al piano industriale. La trattativa dovrebbe essere oramai agli sgoccioli, se non addirittura conclusa ed il timore fondato è che la notizia ufficiale possa giungere già il prossimo 18 maggio quando Descalzi ha convocato i segretari nazionali dei chimici di Cgil, Cisl e Uil. «Da più parti – rivendicano le organizzazioni sindacali - in ogni occasione, è stata dimostrata l’inconsistenza economica e strutturale di questa società finanziaria (Sk Capital, ndr) e più in generale le inquietudini suscitate da questa scellerata operazione che oltre a smantellare la chimica italiana provocherebbe di fatto il disimpegno dell’Eni da un settore industriale strategico per il nostro Paese».
Fino ad ora le interlocuzione che si sono svolte a livello governativo non hanno sortito l’effetto sperato e cioè far recedere Eni dalla vendita di Versalis e impegnare Cassa Depositi e Prestiti all’interno della società. «Abbiamo la necessità di far comprendere al Governo e al neo ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda – aggiungono Cgil, Cisl e Uil - quanto sia più che mai necessario che ci sia una garanzia, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, per un mantenimento degli asset produttivi ed occupazionali nel settore. Tra l’altro le segreterie nazionali hanno già indirizzato una missiva al presidente del Consiglio Matteo Renzi, chiedendo un incontro per poter esporre al meglio le nostre ragioni».
Per oggi si continua a protestare con l’auspicio che qualcosa possa ancora cambiare. «Continueremo tutti insieme a protestare – ribadiscono i chimici brindisini - convinti che Brindisi ancora una volta farà la sua parte, non solo aderendo allo sciopero e al sit-in davanti al Petrolchimico, ma anche partecipando con una folta delegazione alla manifestazione a Roma». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia