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Con la moto sulle dune dell'oasi di Torre Guaceto: quattro centauri sono stati fermati dalla polizia locale di Carovigno, in provincia di Brindisi, mentre stavano per entrare nella riserva. Nell’ambito di un’attività coordinata di controllo del territorio - con appostamenti in borghese e in divisa - i vigili hanno individuato i quattro motociclisti guadagnandosi il plauso del consorzio.
«Ringrazio il comandante Lorenzo Renna e tutti gli agenti della polizia locale per l’attività svolta a Torre Guaceto – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, solo con un impegno costante delle Autorità possiamo mettere al riparo la riserva e gli animali che la abitano da chi in sfregio all’ambiente e alla fauna selvatica, irrompe in moto, con cani, droni e calpestano le delicate dune già messe a dura prova dai cambiamenti climatici. Sappiamo che le risorse a disposizione per il controllo del territorio sono limitate, ma auspichiamo che l’occhio vigile delle Autorità – ha chiuso Malatesta -, protegga sempre con maggiore efficacia questo gioiello naturalistico che ci invidia tutta Europa».
I divieti: tutti i perché
Alcuni divieti possono apparire ingiustificati agli occhi di chi vorrebbe muoversi liberamente in riserva.
Occorre quindi spiegare l’importanza ed il senso delle norme di tutela di Torre Guaceto.
L’accesso dei mezzi a motore è vietato perché questi creano impatto sull’ecosistema protetto e il danno arrecato all’ambiente e agli animali peggiora drasticamente in presenza di motocross che sfrecciano nei delicati habitat, mettendo anche a repentaglio la vita degli esemplari di fauna.
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La presenza di droni spaventa e spinge alla fuga i volatili che, sopravvissuti alla migrazione, si fermano per trovare ristoro, e va da sé che costringere un animale già debilitato a rimettersi in volo vuol dire esporlo al rischio di non farcela. Non si deve in alcun modo calpestare le dune perché queste, oltre ad essere un habitat popolato da specie vegetali e animali di grande pregio, sono già in continua riduzione a causa della crescente forza dei moti ondosi (causata dall’innalzamento della temperatura del mare a livello globale) che ogni anno distruggono una nuova porzione di duna.
Il Consorzio di Gestione dell’area protetta, dal canto suo, prosegue e implementa le attività di sua competenza, ossia di informazione e sensibilizzazione della comunità locale e dei turisti circa le peculiarità dell’ecosistema della riserva e, quindi, dei divieti imposti per la sua salvaguardia.
Importante è lo sforzo fatto nelle scuole per stimolare lo sviluppo di una coscienza ambientale nelle giovani generazioni e di comunicazione dentro e fuori il parco, che, peraltro, sarà implementato nelle prossime settimane. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia