Sboccia un roseto dietro al tempietto

Sboccia un roseto dietro al tempietto
Dai diamanti non nasce niente, in un piccolo fazzoletto di terra fino a poco tempo fa ricoperto di erbacce, amianto e popolato dai topi, può sbocciare un roseto dai colori...

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Dai diamanti non nasce niente, in un piccolo fazzoletto di terra fino a poco tempo fa ricoperto di erbacce, amianto e popolato dai topi, può sbocciare un roseto dai colori così vivaci da togliere il fiato.

È un orto urbano, è visitabile da ieri e si trova alle spalle di una piccola meraviglia inserita nei percorsi turistici di Brindisi, il tempietto di San Giovanni al Sepolcro. Ci sono decine di varietà di rose, d’ogni forma e colore. Il basilico. Le calle, i gelsomini e i rampicanti. Sarà inaugurato ufficialmente a breve dalla sindaca Angela Carluccio che con l’assessore Maria Greco e la funzionaria del settore Beni monumentali Antonella Grassi, ha lavorato con determinazione per ridargli la vita. Vi si accede da un cancelletto che si trova alla destra del tempietto, o direttamente dall’interno del monumento, aperto anche nel giorno di Pasquetta.
C’è un piccolo tracciato in terra battuta. Tutto intorno fiori: accanto a ogni rosa è indicata la varietà. È affidato al momento alla Multiservizi, ma l’idea per il futuro è di darlo in adozione a mani esperte. A qualche appassionato di agricoltura, che lo curi come fosse il proprio giardino. Un orto botanico nascosto tra le costruzioni del centro, che sia un angolo di bellezza da scoprire passeggiando qua e là per i vicoli di Brindisi, lo sfondo per la prima foto da “neosposi” per coloro che in futuro vorranno convolare a nozze (con rito civile) all’interno del bene culturale, novità questa già annunciata dal Comune.
Il giardino ha alle sue spalle una storia particolarissima, tra l’altro. Era di proprietà di Ubaldo Lay, da tutti conosciuto per aver interpretato il tenente Sheridan, famoso sceneggiato degli anni Sessanta. Lay sposò una mesagnese e frequentava Brindisi molto spesso. Acquistò quel terreno, proprio con l’intenzione di trasformarlo in un piccolo parco. Non ci riuscì. Morì nel 1984 e solo tre anni fa i suoi eredi lo hanno ceduto al Comune per una cifra tutto sommato contenuta. È rimasto lì, nell’incuria fino a oggi, quando è stato trasformato in un luogo incantevole. Già meta di decine di visitatori che nel weekend pasquale, complici le escursioni per i crocieristi, vi si sono recati per ammirarlo.

Numerosi gli scatti, i video girati con gli smartphone: la testimonianza che semi di bellezza, e quindi di speranza, riescono a germogliare, anche in una città affaccendata quotidianamente a risolvere problemi gravi. Tra i rifiuti, le ristrettezze economiche, Brindisi ha una sua nuova, inedita, immagine da cartolina. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia