«Ehi ehi, fermo. Ti dobbiamo ammazzare, mi hanno urlato. Mi hanno raggiunto. Uno dei due mi ha tenuto fermo, l'altro mi ha picchiato violentemente con un bastone, credo...
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È il racconto di una sera, fatta di terrore e di razzismo, di Elija, segretario della comunità del Ghana di Brindisi. Guarda caso proprio la sera di venerdì, quando si era sparsa la voce dell'arresto di un 22enne della Guinea, bloccato dopo aver sfasciato sette auto. Un ragazzo con problemi psichici seri che più che la galera, meriterebbe una cura adeguata e un trattamento sanitario obbligatorio. Guarda caso proprio la sera in cui si era diffusa la notizia della denuncia da parte dei genitori di una quindicenne. Dalle notizie provenienti dalla Questura la ragazzina pare sia stata pesantemente molestata da tre giovani mascherati extracomunitari. Una storia che, sempre per la Questura, è ancora tutta da chiarire. Per non parlare delle numerose fake news su bambine rapite dall'uomo nero e altro ancora. Immediato l'intervento degli esponenti della Lega che avevano annunciato una mobilitazione per rivendicare la massima sicurezza e il fermo no all'immigrazione in generale senza distinguo. A fronte di questo clima, le ronde razziste hanno continuato a spargere terrore tra i migranti anche in nottata. In via Cappuccini è stato aggredito da cinque uomini, sempre armati di bastone, un altro giovane extracomunitario. Ma un brindisino, di lodevole senso civico, sentite le grida in strada, non ha fatto finta di non sentire, non si è girato dall'altra parte. Si è affacciato alla finestra della sua abitazione urlando di lasciare in pace il ragazzo. I cinque, scoperti, hanno dovuto abbandonare il campo. Non sappiamo, per il momento, se ci siano stati altri episodi del genere in quelle ore terribili in città. Aggressioni due contro uno, addirittura cinque contro uno. Vigliaccate. La polizia in ogni caso sta indagando con estrema attenzione.
Il dirigente della comunità del Ghana, Elija, falegname esperto e stimato, dipendente fisso di una ditta di bricolage, vive con la sua famiglia a Brindisi da molti anni. Venerdì sera avevo abbassato la saracinesca del negozio in cui lavoro. Erano circa le 19,30. Sono salito in bici. Il tempo di fare qualche spesa per mia moglie e, con la bici pesante per il carico, sono sceso nel sottopassaggio di via Osanna, racconta. «Stavo tornando a casa. Mai avrei pensato di poter essere aggredito, per quale motivo poi? Per il colore della mia pelle? Non posso pensare che in questa città che mi ha accolto, che ci ha accolto e nella quale vivo e lavoro onestamente, ci siano persone che considerano gli stranieri come obiettivi da colpire a prescindere, che si sia aperta una caccia al nero. Spero che il ragazzo del Senegal, che sta davvero male, guarisca al più presto e confido nelle indagini delle forze dell'ordine e della magistratura affinché vengano individuati e puniti i responsabili di tali aggressioni premeditate». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia