La relazione del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone non rimane a lungo senza riscontri. Tutt’altro: quelle pagine, in cui si...
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Che le puntuali contestazioni dell’Anac potessero sfociare in un’indagine penale era piuttosto prevedibile. A volerci vedere chiaro è il procuratore aggiunto di Bari Lino Giorgio Bruno, che ha aperto un’inchiesta per il momento contro ignoti e nella quale non vengono ancora ipotizzati reati. Servirà a raccogliere materiale, e decidere eventualmente se procedere.
Bruno ha dato incarico ai militari della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza di andare a fondo nella questione. Già nei giorni successivi a Pasqua verranno passati al setaccio tutti i documenti relativi all’affidamento dei servizio di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti. Quelli della Regione Puglia e quelli di tutti i comuni coinvolti e citati nel documento di 30 pagine firmato dal presidente dell’Anac. Appalti milionari e proroghe. Tutto. L’indagine parte dalla Procura di Bari perché è proprio agli uffici giudiziari del capoluogo di regione che Cantone ha inviato tutti gli atti. Ma all’orizzonte c’è anche la possibilità che la Procura di Lecce collabori con i colleghi baresi e chieda di poter avviare un procedimento autonomo per quel che riguarda i comuni del Leccese. Le carte sono state inviate anche al ministero dell’Ambiente e alla Corte dei Conti: e non è escluso che proprio i giudici contabili, nei prossimi giorni, possano dare il via agli accertamenti per i quali hanno competenza.
La relazione di Cantone ha avuto l’effetto di una bomba nel già devastato panorama della spinosa vicenda. Il sistema di gestione dei rifiuti, scrive Cantone, è viziato «da gravi anomalie». A nulla sarebbe servito l’intervento legislativo della Regione (con la legge 24 del 2013), che anzi avrebbe avuto l’effetto di «cristallizzare» il comparto al 2012. L’accusa dell’Anac alle amministrazioni locali è durissima: «Si sono dimostrate più interessate al mantenimento dello status quo che a perseguire obiettivi sfidanti, che coincidono con la prevenzione della corruzione dal mercato».
Sotto accusa c’è il blocco dei bandi di gara e le proroghe concesse alle aziende già incaricate del servizio: «I ritardi e le inadempienze negli affidamenti del servizio - scrive Cantone - fanno sì che in moltissimi territori comunali la teorica gestione unitaria dei servizi a livello Aro sia in pratica frammentata e affidata nei singoli Comuni agli stessi operatori economici già aggiudicatari di vecchi contratti, ripetutamente prorogati oppure destinatari di ordinanze contingibili e urgenti o beneficiari di ripetuti “affidamenti temporanei”. Una situazione «illegittima» che produce «effetti distorsivi». Adesso tocca alla magistratura vederci chiaro, e capire se esistano profili di responsabilità penale nei comportamenti degli enti locali. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia