La crisi strangola la sua attività: «Il Governo ci ha lasciati soli, inizio lo sciopero della fame»

La crisi strangola la sua attività: «Il Governo ci ha lasciati soli, inizio lo sciopero della fame»
La crisi di comparto e l'asfittica emergenza sociale dovuta al Covid-19 stanno ulteriormente incidendo sulla vita delle attività commerciali. A Mesagne da ieri mattina...

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La crisi di comparto e l'asfittica emergenza sociale dovuta al Covid-19 stanno ulteriormente incidendo sulla vita delle attività commerciali. A Mesagne da ieri mattina Angelo Pinatelli, 55 anni, proprietario dell'antica gelateria Pignatelli, ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro «l'insensibilità di un governo che non sta facendo nulla per il nostro settore». Pignatelli è un esponente del movimento Autonomi e partite iva ed è il quarto commerciante italiano che ha deciso di fare lo sciopero della fame dopo i colleghi Santi Daniele Zuccarello di Messina, Sandra Milo per l'associazione artisti, e Yuri Carnevali di Brescia. Il commerciante, come tanti altri suoi colleghi italiani, non ha rialzato la saracinesca.

Il nostro movimento - ha tenuto a precisare Pignatelli - non è né di destra né di sinistra. Noi vogliamo portare all'attenzione del governo le condizioni economiche in cui versiamo. Vessati e tartassati tra tasse e balzelli vari. Ieri mattina Angelo Pignatelli si è pesato sulla bilancia alla presenza di diversi attivisti del movimento che hanno fermato su freme il suo peso a inizio dello sciopero: 119 chilogrammi. Durante la protesta il commerciante sarà seguito dal suo medico di famiglia. Gli è permesso di bere dell'acqua e tre cappuccini al giorno.

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«È la stessa dieta che aveva fatto Marco Pannella diversi anni fa», ha detto il gelataio. «La nostra situazione è gravissima ha proseguito Pignatelli - in tempi non sospetti abbiamo più volte detto che le misure fiscali adottate dal governo non potevano bastare e che le Piccole e medie imprese avrebbero sofferto in maniera determinante nella ripartenza. Per questo motivo abbiamo avanzato alcune soluzioni come, ad esempio, un condono tombale delle tasse per il 2020 e un'iniezione di liquidità immediata. Inoltre, abbiamo suggerito che la sospensione delle tasse e i giochi sul credito d'imposta non avrebbero aiutato nessuno perché le aziende non hanno liquidità e non possono anticipare. Abbiamo fatto presente che per tali motivi molte aziende avrebbero chiuso per non riaprire più. Naturalmente incidendo in maniera negativa sui livelli occupazionali». In effetti, dopo la riapertura delle attività dal 4 maggio scorso, tante aziende hanno scelto di non riaprire. «Pertanto ha continuato - noi di Autonomi e partite iva vogliamo tenere alta l'attenzione sulle nostre proposte rimaste inascoltate».

Angelo Pignatelli nel novembre scorso ha dovuto chiudere la sua attività lavorativa a causa dei debiti pregressi. Oggi la gelateria è un luogo spettrale, anche se la voglia di ripartire è tanta. In un faldone ha tantissime lettere che ha inviato alle istituzioni affinché lo aiutassero. Solo da alcune ha ricevuto risposte.


«Ho scritto a Di Maio e a Salvini, da cui non ho ricevuto risposta», ha continuato Pignatelli. «Ho scritto anche al presidente della Repubblica Mattarella che, per la verità, mi ha fatto convocare dalla prefettura al cui funzionario ho spiegato la mia situazione debitoria. Su loro consiglio mi sono rivolto all'associazione antiracket e poi alle banche e poi non so più a quante associazioni o enti mi sono rivolto affinché possano ascoltare il mio grido di aiuto. Nessuno mi ha aiutato. Solo belle parole e niente più». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia