Due nuovi permessi di ricerca di petrolio rilasciati nei giorni scorsi dal ministero dello Sviluppo economico alla Global Petroleum Limited per circa 150mila ettari di mare...
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I nuovi permessi di ricerca di idrocarburi, denominati “d 82 F.R-.GP” con una estensione di 745,7 km2 e “d 83 F.R-.GP” con una estensione di 745,3 km quadrati, riguardano l’intera fascia marina al largo delle coste pugliesi tra le province di Bari e Brindisi: da Giovinazzo, Bari, Mola di Bari, Monopoli, Molfetta, Polignano a Mare si allunga infatti fino a Fasano, Ostuni, Carovigno, Brindisi, San Pietro Vernotico e Torchiarolo, alle porte della provincia leccese.
L’iter era stato avviato a giugno 2014. In una data che gli ambientalisti ritengono «fuori tempo massimo rispetto a quanto previsto dal testo Unico dell’Ambiente decreto legislativo 152/2006», che prevede la possibilità di richiedere integrazioni solo entro 30 giorni dalla data di scadenza del periodo per le osservazioni del pubblico, in questo caso agosto 2014. Il progetto prevede l’acquisizione e l’elaborazione di circa 545 km di linee sismiche 2D mediante tecnologia airgun ed un eventuale rilievo geofisico 3D. L’ultilizzo della tecnica dell’airgun, che crea piccole bolle sottomarine per ascoltare l’eco profonda del mare e scovare l'eventuale presenza di sacche di petrolio, è stata al centro di una serie di piccoli aggiustamenti e integrazioni, che avevano a che fare soprattutto con la durata (scesa da 58 a 40 giorni). A novembre 2014 infatti il ministero aveva concesso ai petrolieri la possibilità di inviare integrazioni progettuali, giunte a gennaio 2015. Da allora sono arrivati 4 pareri del Comitato Via che sostituivano di volta in volta le prescrizioni del parere precedente. Ma alla fine, nell’ultimo parere del Comitato Via si legge testualmente che “il rischio per i cetacei si ridurrà perché potranno allontanarsi dall'area di progetto”.
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Quotidiano Di Puglia