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Gli hanno ripulito il conto corrente in un battibaleno. Un'incredibile truffa quella subita da un uomo di Oria, che ha perso improvvisamente tutti i suoi risparmi dopo essere stato contattato dal vero numero verde di Poste Italiane. Il fatto è stato denunciato ai carabinieri e segnalato allo stesso istituto, con la richiesta di restituzione della somma: si parla di 25mila euro.
Una strana telefonata
L'incubo, per il 22enne, dipendente di una nota impresa con sede in zona industriale a Francavilla Fontana, comincia nella prima serata del 9 febbraio scorso. Sono le 17.15 quando sul suo smartphone giunge una chiamata dall'utenza 803160. Dall'altro capo del telefono, un sedicente operatore postale, che si presenta come Marco Delbonis e dall'accento campano, lo mette in allarme. Sa tutto del suo conto, anche la somma esatta depositata. «Ci sono indagini in corso sull'ufficio postale di via Frascata, perché un operatore si è venduto tutti gli account dei correntisti e quindi bisogna fare in fretta per mettersi in sicurezza», dice.
La scoperta della truffa
I dettagli fornitigli infondono fiducia all'interlocutore, che esegue le istruzioni passo passo. «Devi fare così, senza troppe storie e senza raccontare nulla a nessuno perché si potrebbero insospettire».
La denuncia
Ovviamente nessuno era a conoscenza della fantomatica indagine prospettatagli né di manovre hacker in corso, anche se effettivamente quello da cui aveva ricevuto la chiamata era proprio il numero verde ufficiale di Poste Italiane. Il denaro non glielo possono restituire, ma gli consigliano di sporgere denuncia. Il giovane allora contatta il suo avvocato di fiducia, Fabio Stranieri del Foro di Brindisi, e si attiva per cercare di far rientrare la situazione: denuncia presso la Stazione carabinieri di Oria e comunicazione alle Poste Italiane. Il legale ha diffidato l'istituto a restituire quei 25mila euro al suo assistito e, in difetto, ha annunciato di poter ricorrere all'Arbitrato bancario-finanziario, prima di sottoporre la questione all'Autorità giudiziaria. Secondo il difensore, infatti, il suo cliente è stato indotto in errore proprio dal fatto che quei contatti siano provenuti dal reale numero verde delle Poste che, in quanto tale, avrebbe dovuto essere più protetto e invece, probabilmente, esso sì, era stato hackerato. Un tema scottante quello degli attacchi hacker e delle frodi in genere che si può ripercuotere ogni giorno anche sulla quotidianità e sui sacrifici dei comuni cittadini, oltre che delle istituzioni. Ora è da capire come andrà a finire questa intricata faccenda, e ovviamente anche quando. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia