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Non c'è nessuna incompatibilità ambientale e per questo non è necessario il trasferimento d'ufficio del giudice Valerio Fracassi, già componente del Consiglio superiore della magistratura finito nel frullatore del caso Palamara, sul conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi nei Tribunali d'Italia.
Lo ha stabilito la prima commissione del Csm con il proprio voto e con una delibera in cui si propone l'archiviazione del procedimento aperto proprio per valutare l'opportunità di eventuali spostamenti forzati, delibera che andrà oggi al vaglio del plenum. Fracassi è attualmente presidente della sezione gip di Brindisi, e probabilmente lo resterà, anche considerate le testimonianze di stima che sono giunte dai colleghi sentiti come testimoni.
Lo scandalo Palamara e i risvolti salentini
Come è noto anche su Lecce e Brindisi si sono accesi i riflettori dopo lo scandalo nazionale. Perché dalle chat di Palamara emergeva che Fracassi aveva chiesto di poter tornare al proprio posto, una volta finita l'esperienza fuori ruolo a Roma. Una prassi, tuttavia, consolidata. E si era esposto in favore della nomina di Roberto Tanisi come presidente della Corte d'Appello, poi invece assegnata a Lanfranco Vetrone, il suo concorrente, sulla base di una sentenza amministrativa.
La decisione è stata assunta ieri: non c'è alcun problema nei rapporti istituzionali e di colleganza tra le toghe salentine. Men che meno ci sono stati condizionamenti di tipo oggettivo, per il tanto clamore suscitato dallo scandalo Palamara, sull'operato del gip Fracassi.
Lo ha confermato lo stesso Vetrone, audito dal Csm. E lo hanno ribadito il procuratore della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno e al componente del consiglio dell'ordine degli avvocati, Cosimo Lodeserto che hanno espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto dal giudice brindisino.
Si valuta, in questa fase, esclusivamente l'effetto che il battage (mediatico e non solo) avrebbe potuto provocare nella normale attività giudiziaria.
Chiesta l'archiviazione anche per Greco
È stata altresì invocata l'archiviazione per il procuratore di Milano, Francesco Greco, e per il capo della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho. La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, insomma, competente sui trasferimenti d'ufficio per incompatibilità funzionale o ambientale, sta esaminando i fascicoli relativi a tutte le toghe che hanno avuto contatti nelle chat con l'ex pm Luca Palamara. Analoga richiesta è stata fatta per altri due magistrati: Nicola Clivio, giudice a Milano, ex consigliere del Csm, e Concettina Epifanio, presidente del Tribunale di Palmi.
Sono aperti attualmente procedimenti per 27 magistrati, in relazione alla bufera il cui ultimo effetto è stata la pubblicazione di un libro-intervista proprio a Palamara. Sono state promosse dopo le 11 sfociate in giudizi davanti al Csm (come quelli già in corso ai 5 ex togati per la riunione all'hotel Champagne sul procuratore di Roma). Fracassi è difeso dal presidente del Tribunale di Brindisi, Alfonso Pappalardo, che si è spessissimo occupato di colleghi in caso di azioni disciplinari. Ha sostenuto in tutte le sedi che lasciare vacante la sede di provenienza di un consigliere Csm fosse una prassi, una scelta già adottata in altri casi, così come per altro ampiamente documentato. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia