La criminalità danneggia l’immagine delle città in cui opera. E’ quanto emerge dal dispositivo di sentenza dell’ultimo processo su fatti...
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Si parla del procedimento “The Beginners”, nato dall’omonima inchiesta condotta dalla Squadra mobile su delega della Dda di Lecce. Il verdetto è stato il seguente: è stata inflitta una pena di 6 anni e 6 mesi per un presunto esponente di spicco della Scu, Tobia Parisi, di Latiano (difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa), a fronte di una richiesta superiore dell’accusa, giungendo a rideterminare così la pena complessiva, in considerazione anche di altre vicende, in venti anni di reclusione. Parisi è stato assolto da alcune delle accuse contestate.
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Giuseppe Carlucci è stato condannato a 6 anni e due mesi di reclusione e pure assolto da un capo di imputazione; l’omonimo Giuseppe Carlucci, è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di reclusione, e pure assolto da alcune ipotesi. Sono entrambi di Carovigno, assistiti da Elvia Belmonte.
Assolti Morris Cervellera (assistito da Gianvito Lillo) e Renato Simonetti (difeso da Andrea D’Agostino), con la formula “per non aver commesso il fatto”.
Sì, comunque, ai ristori per le conseguenze subite dagli enti municipali, tra cui anche Brindisi che si era affidato all’avvocato Daniela Faggiano. «Non va taciuto né sottovalutato – era scritto nell’atto di costituzione di parte civile – che il 416 bis (il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, ndr) è un reato plurioffensivo, capace di ledere tanto la libertà di iniziativa economica quanto la libertà morale e i diritti del cittadino, così come la libertà di concorrenza, l’integrità del mercato e dell’economia».
Da qui il danno di immagine: «Il Comune non può esimersi dal dovere – proseguiva – di tutelare l’ordine pubblico e la legittima aspettativa di sicuro godimento dei diritti civili dei suoi abitanti e anche l’interesse che i cittadini hanno a lavorare operosamente e onestamente senza essere associati alla presenza di organizzazioni criminali».
Considerazione di carattere generale che per Brindisi è stata sostenuta anche da esempi concreti: «Va ricordato - è stato specificato - che da quando le consorterie mafiose locali hanno voluto assumere ruoli imprenditoriali nelle varie e diverse attività locali, molti eventi che avevano dato occasioni di lavoro e di visibilità alla città, e soprattutto conoscibilità su tutto il territorio nazionale anche a fini di potenziali investimenti, sono state cautamente evitate da tanti imprenditori e investitori, così da determinarne la cessazione».
Le istanze delle parti civili sono state insomma accolte e condivise dai giudici, l’importo effettivo andrà quantificato in sede civile, al termine di un’altra causa, sempre che ci sia poi materialmente la possibilità di recuperarlo.
Ad ogni modo la scelta di costituirsi, di presenziare nei processi più rilevanti, è stata premiata, anche senza garanzia di ottenere un reale guadagno. Scelta adottata dalla vecchia amministrazione, ma rinnovata anche dalla nuova. L’assessore agli Affari legali, Mauro Masiello (noto avvocato penalista), ha infatti ribadito che Brindisi sarà presente in tutti i giudizi particolarmente importanti da un punto di vista “sociale”. E lo farà prediligendo, quando non ci saranno questioni di incompatibilità, avvocati interni: «Ci costituiremo parte civile – ha spiegato – anche per una questione simbolica, cercando però di contenere sempre al minimo le spese necessarie e utilizzando quindi le nostre forze interne». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia