Ha potuto dire sì, tra le lacrime di gioia, alla sua compagna italiana. L’ha sposata, come aveva deciso nel marzo dello scorso anno. L’ha sposata nonostante le...
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Jasvir è un richiedente asilo. E’ nato in India, la sua famiglia vive lì. E ha una meravigliosa storia di integrazione da raccontare, una storia che però non ha potuto scalfire le norme, la burocrazia di uno Stato che prevede misure inflessibili, in materia di immigrazione.
L’uomo aveva un regolare permesso di soggiorno. Viveva in provincia di Brescia e lavorava regolarmente come domestico in una abitazione. Contratto registrato, contributi pagati. Durante una vacanza a Sorrento, dove si era recato per andare a trovare degli amici, ha conosciuto Gelsomina. Ed è scoppiato l’amore. I due hanno iniziato a frequentarsi, poi il trasferimento in Campania, per lo straniero che ha continuato a lavorare stabilmente.
Un altro permesso di soggiorno gli è stato negato alla fine del 2015. Un bel giorno Jasvir è incappato in un controllo delle forze dell’ordine: “Stavo rientrando a casa in motorino, eravamo stati a pranzo a casa dei miei suoceri”. Le forze dell’ordine hanno compiuto le dovute verifiche. Per concludere che la posizione del 40enne fosse “irregolare”.
Era effettivamente così, sulla carta.
Sono stati momenti di grande commozione. Di enorme felicità. Per qualche istante i due promessi sposi sono riusciti a non pensare al resto. Alle vicissitudini che stavano per minare i loro progetti.
Il matrimonio non avrà come effetto immediato l’estensione della cittadinanza italiana anche al 40enne indiano. Ma egli potrà chiedere un nuovo permesso di soggiorno, motivandolo con ragioni familiari. Sarà la fine di un incubo, o per lo meno la sua temporanea sospensione. Comunque andrà a finire, dal punto di vista burocratico, amor vincit omnia. Anche solo per il tempo di un “sì”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia