Una nuova ondata di intossicazioni da funghi si sta verificando in queste ore nella provincia di Brindisi. Dopo il caso di un anziano di 86 anni, giunto giovedì pomeriggio...
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Stavolta, a differenza dell'episodio che ha riguardato l'anziano latianese e sua figlia, non si tratta di funghi acquistati in strada e privi delle necessarie certificazioni sanitarie che ne attestano l'edibilità, ma di funghi raccolti da uno degli intossicati e consumati insieme alle altre due vittime dell'intossicazione.
È stato il marito della donna incinta a portare a casa quelli che pensava fossero dei Tricholoma Terrum, commestibili e innocui per la salute, dopo averli raccolti nella pineta di Santa Sabina: dai controlli effettuati dagli esperti micologi dell'Asl, però, è emerso che si trattava dei pericolosi Inocybe che, oltre a condividere lo stesso habitat dei sicuri Tricholoma, sono molto simili a quelli mangiabili. Tutte le specie di questo tipo di fungo sono da considerare non commestibili (sospette, di commestibilità ignota, velenose oppure mortali): i sintomi più frequenti associabili al consumo di questa varietà fungina sono il vomito, la nausea e i dolori addominali ma non sono rari gli episodi in cui la sintomatologia può essere più severa. In questo caso, poi, la presenza di una donna incinta tra gli intossicati aumenta considerevolmente la gravità della situazione: ora, comunque, tutti e tre i pazienti sono tenuti sotto osservazione per monitorare l'evoluzione della situazione.
Dopo un mese relativamente tranquillo sul fronte delle intossicazioni alimentari da funghi, in poche ore si sono registrati cinque casi in un'area di una manciata di chilometri: giovedì i due latianesi che hanno acquistato i prodotti da un venditore ambulante i cui funghi erano sprovvisti di certificazioni sanitarie; ieri, invece, è toccato ai tre carovignesi che hanno consumato funghi tossici raccolti in proprio, scambiandoli per commestibili.
Proprio la sconfinata varietà delle specie presenti in natura e sul nostro territorio e i tantissimi casi di somiglianza tra specie edibili e velenose o tossiche dovrebbero suggerire estrema prudenza ai compratori e ai cercatori più o meno improvvisati. Gli esperti micologi del servizio sanitario pubblico raccomandano di comprare funghi solo in presenza di certificati che ne attestino la non tossicità e, quando si va a raccoglierli, di passare da uno dei centri di controllo micologico dell'Asl che si trovano in diversi paesi e città della provincia, da Brindisi a Mesagne, da Torre Santa Susanna a Francavilla Fontana: i micologi Asl controlleranno tutti i funghi raccolti e, grazie alle competenze possedute, stabiliranno quali si possono portare in tavola e quali bisogna distruggere per evitare che chiunque possa consumarli e rischiare, nella migliore delle ipotesi, le conseguenze di un'intossicazione gastrointestinale passeggera ma comunque molto fastidiosa. Le insidie dei funghi tossici o velenosi, però, non si limitano a questo: nei casi peggiori, le conseguenze potrebbero essere irreversibili e, per questo, la prudenza quando si parla di alimenti potenzialmente letali come questi, non è mai troppa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia