BRINDISI - Trenta minuti dopo la mezzanotte dell’8 dicembre 1977, Brindisi venne svegliata dall’esplosione dell’impianto denominato “P2T” del...
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Lo scoppio del reparto di cracking dell’etilene costò la vita a Carlo Greco, di Lecce, operaio di 47 anni, Giuseppe Marulli, di Brindisi, quadrista di 34 anni, e Giovanni Palazzotto, di Lecce, perito chimico di 23 anni. I tre erano all’interno della sala controllo del cracker P2T e morirono, con ogni probabilità, carbonizzati, tanto che i vigili del fuoco riuscirono ad accedere all’interno della sala solo sei ore dopo il primo boato, quando il calore all’interno si ridusse. Altri due colleghi, all’interno, si salvarono solo perché scaraventati fuori dalla terribile forza d’urto dell’esplosione. Furono oltre un centinaio gli intossicati, tra lavoratori e soccorritori.
Per comprendere l’entità dell’incidente basta immaginare la composizione dell’ingente macchina dei soccorsi che si rese necessaria: 111 uomini e 28 automezzi antincendio, a cui si aggiunse l’apporto di centinaia di lavoratori che si riversarono nell’area per dare una mano. Ai 28 vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi, coordinato dal comandante Merolla, si aggiunsero infatti i 35 pompieri di fabbrica, 6 vigili del fuoco di Taranto, 7 di Lecce, oltre a diversi marinai del battaglione San Marco e le autopompe messe a disposizione della Marina Militare e dell’Aeronautica. Le fiamme, alte centinaia di metri, furono spinte lontano dal centro urbano grazie alla tramontana di quella notte ma tutto fece pensare al rischio serio di uno scoppio dell’intero complesso del petrolchimico, che avrebbe generato danni fortemente maggiori. In città, udito il boato, furono in molti a volgere lo sguardo a sud, con le fiamme ben visibili anche dai quartieri a nord, come il Paradiso ed il Casale. Al primo terribile boato ne seguirono altri meno fragorosi, e soprattutto numerose sirene. C’è chi ha raccontato della rottura dei vetri di finestre delle proprie case.
Fu subito avviato un piano di intervento, tra l’altro in collaborazione con l’Italsider di Taranto; ci vollero tre ore per tenere sotto controllo la situazione ed in quel momento si pensò all’assenza di vittime.
Quotidiano Di Puglia