Geo Barents è in porto a Brindisi: 26 i migranti soccorsi al largo della Libia. A bordo anche bambini e una donna incinta

Dopo tre giorni di navigazione è giunta intorno alle 6, poi le operazioni di sbarco

Lo sbarco dei migranti dalla Geo Barents nel porto di Brindisi
La Geo Barents, dopo tre giorni di navigazione, è arrivata questa mattina, intorno alle 6, al porto di Brindisi. La nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere,...

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La Geo Barents, dopo tre giorni di navigazione, è arrivata questa mattina, intorno alle 6, al porto di Brindisi. La nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere, battente bandiera norvegese, è ancorata alla banchina Punto Franco della città. Sono in corso le operazioni di sbarco dei 26 migranti, tra cui otto bambini e una donna incinta

Momenti prima dello sbarco dei migranti (Massimiliano Frigione)

Le persone a bordo sono state soccorse dalla Geo Barents lo scorso 16 maggio mentre si trovavano in balie delle onde su un barchino, in acque internazionali a largo della Libia, come confermato dalla stessa Ong che aggiorna costantemente sui social le operazioni in mare. 

Le storie 

Tra le 26 persone sbarcate in Puglia, come riporta l'Ansa, anche tre ventenni, Omar, Ali e Fikru che hanno raccontato al team di Medici senza Frontiere le condizioni inumane all'interno dei centri di detenzione in Libia. Buio, germi, batteri, nessuna finestra. 

«L'unica luce che vedevamo - hanno riferito - era quando aprivano la porta per gettarci il cibo dentro, ma poi la richiudevano. Il momento più bello è stato quando hanno aperto quella porta e finalmente abbiamo potuto sentire un odore diverso da quello di marcio del posto in cui eravamo».

Momenti di disperazione

Uno dei tre ha ricordato anche la traversata in mare e il momento della rottura del motore, prima dell'arrivo della Geo Barents, mentre la paura e la disperazione regnavano a bordo. «Quando abbiamo chiamato Alarm Phone ci hanno detto che presto avremmo avuto assistenza - ha raccontato - quando abbiamo visto la Geo Barents arrivare, abbiamo temuto che fosse la Guardia Costiera libica perché non riuscivamo a distinguerla in lontananza. Ma abbiamo sperato che chiunque fosse ci salvasse».

 

 

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Quotidiano Di Puglia