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Enorme commozione ieri durante i funerali del piccolo di sei anni, purtroppo deceduto nei giorni scorsi dopo due mesi di ricovero all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Il 18 luglio ingerì, per cause ancora da accertare ma pare per puro caso, del detersivo nella casa di famiglia in via Capitano di Castri a Francavilla Fontana.
Dopo quel fattaccio, sua madre - una 41enne francavillese - si gettò dal balcone della loro palazzina al terzo piano e si trova tuttora ricoverata in una clinica di Milano dopo essere stata ricoverata per diverso tempo in ospedale a Brindisi, dov'è stata sottoposta a diversi delicati interventi chirurgici. Il piccolo, invece, non ce l'ha fatta e per comprendere cosa abbia provocato la sua morte la Procura di Bari ha anche disposto l'autopsia, eseguita martedì scorso dal medico legale Domenico Urso e dai suoi colleghi Arturo Chieregato di Milano e Giorgio Fraia di Roma, consulenti tecnici di parte nominati a garanzia dell'unica indagata per omicidio colposo in cooperazione: sua madre. Al momento non risultano altri indagati anche se l'analisi della Procura e delle forze dell'ordine si concentra anche sul ruolo del personale sanitario in relazione al decesso del piccolo.
L'ultimo saluto
Ieri, dopo tanti giorni di attesa, è stato il giorno dell'ultimo saluto presso la chiesa del Carmine, non lontano da via di Castri.
«Vorremmo trovare immagini, pensieri, parole per dare un senso a questa nostra vita e soprattutto dare un senso a tutto quello che accade», ha detto nell'omelia un visibilmente toccato don Andrea Santoro . «Il dolore è la vita stessa. Proprio perché è davvero difficile trovare un senso o meglio trovare delle spiegazioni», ha aggiunto con chiaro intento consolatorio. Don Andrea, sei anni fa, era il 24 luglio, aveva anche battezzato il bimbo a pochi mesi dalla sua nascita. Mai e poi mai avrebbe immaginato di doverne celebrare la morte dopo così poco tempo, tra l'incredulità e il dolore generali. In realtà quella di ieri, complice la presenza di diversi coetanei di Angelo, è sembrato non troppo un addio ma anche una piccola festa di quelle che tanto piacciono ai più piccoli. Tra i banchi della chiesa i palloncini biancazzurri per ricordare la Virtus Francavilla Calcio, squadra di serie C nei cui settori giovanili Angioletto aveva cominciato a tirare i primi calci a quel pallone che gli piaceva tantissimo. Non fate del male agli altri, fate del bene. Ricevete il contrario? Noi facciamo il bene sempre anche quando non viene capito. Fare il bene e non giudicare ha proseguito don Andrea. «Non giudichiamo. Sospendiamo il giudizio e partiamo da qui. Io stesso parto con voi da qui. Il respiro è la cosa più grande che abbiamo», ha detto ancora il parroco.
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