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“Non date le perle ai porci” disse, secondo Vangelo, una volta Gesù. Che mai avrebbe immaginato come quella frase, duemila e più anni dopo, sarebbe stata citata da un consigliere Comunale di maggioranza per descrivere la scarsa partecipazione della comunità di Francavilla Fontana allo spettacolo “Ristrutturazione” dell’artista Sergio Rubini, in scena sabato sera in piazza Giovanni XXIII.
La scarsa partecipazione allo spettacolo
Teatro, di ottimo livello, in un contesto suggestivo, al costo di 25 euro a ticket, per un evento inserito nel cartellone estivo, ma organizzato e promosso dal Teatro Pubblico Pugliese. Sui social, con foto a corredo, più di qualcuno ha voluto pizzicare l’amministrazione Comunale a fronte di uno show che, sul fronte dei numeri, è stato ben lontano dal tutto esaurito. Un po’ il caldo, un po’ il prezzo. E poi i gusti. O, magari, una cattiva organizzazione. Lo ha fatto notare, tra gli altri, il consigliere di Francavilla Popolare Luigi Galiano che, fronte opposizione, su Facebook criticava. “La professionalità e la bravura di Sergio Rubini ovviamente non può essere messa in discussione.
La risposta del consigliere alle critiche
Di tutt’altro tono, invece, il post del capogruppo di Art.9 e docente di religione Mimmo Tardio che, nella difesa a spada tratta della sua maggioranza e dello spettacolo, è incappato in uno scivolone. Di quelli che fanno male. “E infatti – postava Tardio in risposta alla critica – le perle non vanno date ai porci, diceva Gesù nel Vangelo”. Tanto per restare in tema, apriti cielo. Sono subito arrivate spiegazioni e interpretazioni, ma il danno, ormai, era fatto. Perché a sentirsi offesi sono stati in tanti. Politici di opposizione, commentatori, cittadini e cittadine. Persino qualche credente. Se criticare o meno uno spettacolo, un evento, un’organizzazione è legittimo, almeno nei modi corretti, meno è paragonare ai suini chi, un po’ per il caldo, un po’ per il costo, un po’ per i gusti, alla recintata piazza Giovanni XXIII, sabato sera, si è tenuto alla larga. “Il sindaco e la maggioranza chiedano scusa”, ha tuonato il capogruppo di Forza Italia Antonio Andrisano. “Possiamo nominare tutti i Garanti, ad esempio il Garante del linguaggio, che vogliamo ma il problema di fondo resta un altro, ovvero l’esempio che ciascuno di noi può dare ogni giorno con il suo vivere, parlare, operare, tacere, se occorre e, soprattutto, saper ascoltare”. Tardio, le critiche, le ha ascoltate. Le ha incassate e ci è rimasto male. Per davvero. Intervistato sull’argomento, non ha cercato scappatoie, ma, capita la gaffe, ha chiesto scusa. Per davvero. “Sono profondamente prostrato per quello che è accaduto, non era mia intenzione offendere nessuno, ma se quella citazione ha prodotto l’effetto contrario, chiedo profondamente e umilmente scusa a tutti i cittadini e a tutte le cittadine che si sono sentiti offesi. Farò tesoro di questa vicenda, la mia coscienza è ferita e avrò bisogno di tempo per rimettere insieme a posto i cocci della coscienza stessa, prioritaria rispetto a tutti gli altri obiettivi della mia vita”. Insomma, non succederà più, altrimenti, poi, piange Gesù.
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