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FRANCAVILLA - Cambia il nome, ma il protettore, parola del presidente, resta sempre lo stesso. Dovrà comunque essere Giovanni Paolo II a spendere una buona parola per la Virtus Francavilla Calcio che, ieri, ha debuttato ufficialmente nella Nuovarredo Arena nel match di coppa Italia con il Taranto.
Al netto dei lavori che hanno già interessato l’impianto, e altri ce ne saranno ancora nei prossimi anni, il cambio di denominazione dell’impianto è uno degli step più significativi della convenzione sottoscritta tra il Comune di Francavilla Fontana e la società guidata da Antonio Magrì. «Abbiamo rispettato – spiega il presidente intervistato dal portale tuttoalciopuglia.com - quello che abbiamo detto nella conferenza stampa di giugno, il primo step dei lavori che prevedeva la realizzazione della curva da 1.350 posti è stato ultimato. La convenzione sottoscritta con il Comune, che ha assegnato la gestione dello Stadio alla nostra società, prevede lo sfruttamento di tutti i diritti pubblicitari sullo stesso da parte della Virtus, a fronte degli investimenti che la stessa società si è impegnata a portare a termine.
La polemica
Anche se, alla fine, sempre di fede si tratta. A prescindere dal nome. In realtà, la questione rischia di restare dibattuta. Se è legittimo che Magrì chiami lo stadio che gestisce come vuole, ufficialmente l’intitolazione potrebbe restare quella di sempre. Lo stesso sindaco di Francavilla Fontana Antonello Denuzzo, interpellato sull’argomento, spiega come quella della società resti «un’ambizione legittima, peraltro non certo esclusiva alla realtà biancazzurra, ma anzi diffusissima in Italia e all’estero». Il riferimento è al cosiddetto “naming rights”, già noto perché utilizzato da diverse società professionistiche, in Italia e soprattutto in Inghilterra. Addirittura, la pratica ha natali statunitensi. Recentemente, ha riguardato lo stadio “U Power” di Monza, ai più noto come “Brianteo”, di proprietà Comunale.
«A Francavilla – ricorda il primo cittadino – abbiamo sottoscritto una convenzione con la società che garantisce alla Virtus la gestione economica dell’impianto. Lo stadio resta intitolato a Giovanni Paolo II, l’intitolazione ufficiale non cambierà, ma la società può concludere un accordo commerciale che riguardi il nome della struttura in un’ottica di marketing che, ripeto, è piuttosto diffusa».
Insomma, la toponomastica, argomento per altro molto caro all’amministrazione, è salva. Non ci sarà, in futuro, alcuna delibera, tanto per intenderci, che metta nero su bianco il cambio di denominazione. Una modifica che, quindi, resta una sorta di integrazione, per altro legittima. Per qualcuno, addirittura sacrosanta. Per altri, forse, blasfema. E d’altro canto, il calcio, meglio: la fede calcistica è per tanti tifosi una religione. A Francavilla Fontana rigorosamente biancazzurra.
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Quotidiano Di Puglia