Sono quattro i militari italiani finiti sotto processo con l'accusa di aver trafficato sigarette di contrabbando dalla Libia all'Italia sulle navi della Marina. I pm di...
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E così nelle notti in cui la nave era ormeggiata nel porto di Tripoli, una parte dell'equipaggio caricava quintali di sigarette pensando di tenere all'oscuro il comandante e il corpo di guardia. Il sistema è saltato quando nel luglio 2018 nave Caprera è tornata in Italia e il comandante ha avvertito la Guardia di finanza che erano in corso le operazioni di scarico di sigarette di contrabbando.
I finanzieri sono intervenuti sequestrando il carico e avviando una serie di indagini che hanno permesso di svelare come la raccolta di sigarette dalla Libia fosse una pratica già in voga anche tra gli equipaggi di altre unità navali. E da quelle indagini son emersi anche dettagli più clamorosi, come le riparazioni di armi delle forze armate libiche che i militari italiani avrebbero compiuto violando l'embargo internazionale. Ignaro di essere ascoltato dai finanzieri, infatti, Corbisiero svela a un suo collega come funzionava il sistema: Sono tutte robe in nero dice per poi aggiungere come anche che abbiamo fatto la riparazione alle armi dei libici che c'è l'embargo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia