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Un litigio fra adolescenti con scambio di offese reciproche degenerato poi con un pugno sferrato al mento di una ragazza di 16 anni per costringerla a chiedere scusa dopo avere risposto alla stessa richiesta senza mezzi termini.
Lesioni permanenti per quella ragazza e processo in corso per il presunto aggressore, un ventenne originario della Macedonia e residente a Ceglie Messapica.
Il processo con rito abbreviato
Ceglie teatro di quell’atto di bullismo avvenuto nella tarda serata del 24 agosto del 2020, nei giorni che la ragazza aveva lasciato la sua città del Nord Italia per trascorrere le vacanze estive nel paese di origine del padre. Come di consueto.
A Brindisi è in corso il processo con rito abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare, Valerio Fracassi.
Il consulente in aula
Oggi è stata la volta dell’ascolto del consulente nominato dal giudice, il medico legale Roberto Vaglio, per stabilire se e quale nesso ci sia stato fra l’aggressione e le lesioni riportate dalla ragazza e se abbiano effettivamente il carattere della permanenza come sostenuto dall’inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Pierpaolo Montinaro, con i carabinieri della stazione di Ceglie: «...da cui risulta derivata una malattia giudicata guaribile in oltre 40 giorni e che ha comportato un indebolimento permanente di un organo, a seguito di ripetuti interventi chirurgici».
Ricostruzione confermata dal medico legale, si torna in aula il 22 giugno per la requisitoria del pubblico ministero, le arringhe del difensore e del legale di parte civile e per la sentenza.
Al di là di ciò che stabilirà il processo sulle responsabilità dell’imputato, restano quelle lesioni riportate per un banale litigio fra ragazzi.
La sera della rissa tra minorenni: cosa è successo
Erano circa le undici e mezzo di sera quando quella ragazza era in compagnia di alcuni coetanei nel centro storico. Fermi per strada a chiacchierare fino a quando passò un gruppo di ragazzi e ragazze poco più grandi che non avrebbero perso l’occasione di prenderli in giro: partirono una raffica di insulti, reciproci e siccome gli animi non si raffreddavano, tutt’altro, la ragazza ed i suoi amici decisero che la cosa più opportuna da fare sarebbe stata quella di allontanarsi.
Presero direzione piazzetta Ognissanti per raggiungere il belvedere del Monterrone, la ragazza restò indietro e venne raggiunta da uno dei maschi dell’altro gruppo che la fermò e cominciò a darle degli schiaffi in faccia pretendendo le scuse. Di rimando la ragazza rincarò la dose. E l’altro le sferrò allora un pugno sul mento continuando a pretendere le scuse. Che arrivarono.
I genitori sporsero denuncia per chiedere giustizia.
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