A scaglioni, già a partire da oggi, saranno valutati gli altri ricorsi al Riesame avanzati per ottenere la libertà. Tutti più o meno incentrati sullo...
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Mercoledì mattina il Tribunale della Libertà (presidente Silvio Piccinno) ha disposto l’annullamento della misura cautelare per cinque indagati e l’ha confermata solo per uno dei ricorrenti.
La questione sollevata dagli avvocati è sempre la stessa. Le motivazioni del collegio saranno depositate in un termine di 45 giorni, ma il punto nodale sembra essere sempre quello: le argomentazioni del giudice in raffronto alla richiesta della Dda.
Le porte del carcere si sono riaperte nel frattempo per Benito
Clemente, Francesco Francavilla (detenuto per altra causa), Salvatore Arseni, tutti difesi dall’avvocato Ladislao Massari, per Daniele Rizzo, assistito da Dario Budano e Pasquale di Natale, per Gabriele Ingusci, da Cosimo D’Agostino. Confermata la misura solo per Cosimo Mazzotta, difeso da Antonio Savoia. Alcuni di essi rispondono di associazione di stampo mafioso, per la presunta appartenenza alla Sacra corona unita.
Il distinguo fatto dal Riesame, che non ha assunto la medesima decisione per tutti, fa ritenere che le valutazioni possano essere differenti a seconda dei singoli addebiti.
L’inchiesta, per altro già giunta a conclusione lo scorso aprile (è stato notificato a 65 indagati l’avviso di fine indagine), tratta di mafia, omicidio, droga, armi e di un attentato in danno di un maresciallo dei carabinieri.
La posizione di maggior rilievo è senza dubbio quella di Carlo Solazzo che risponde in concorso con persone non identificate dell’omicidio di Antonio Presta, figlio di Gianfranco, collaboratore di giustizia.
Quotidiano Di Puglia