BRINDISI - Erano su un autoarticolato di proprietà di una società bulgara le 9500 mascherine FFp2 (quelle professionali e maggiormente protettive rispetto alle...
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Sempre la Guardia di Finanza e sempre nel porto di Brindisi ha sequestrato oltre 2.000 cavetti e carica batterie Samsung, circa 1.500 auricolari, adattatori e scatole Usb Apple, quasi 4.000 scarpe sportive Nike, oltre 6.000 borse Chanel, Louis Vuitton, Stella McCartney, Gucci e Moschino, i cui periti, contattati dall'autorità doganale, hanno confermato la contraffazione dei marchi delle note griffe. Particolarmente ingegnoso il sistema di frode relativo alle borse a marchio contraffatto Moschino. Infatti, al fine di nascondere il logo per consentire l'illecita introduzione nel territorio dello Stato, il marchio del noto brand di moda, formato da 8 lettere metalliche, era riportato su un'apposita cinghietta con le lettere che formavano la scritta 'Schooimn', anagrammando la parola Moschino che sarebbe stata successivamente ricomposta.
Il marchio di sicurezza 'Ce” falso è stato, invece, riscontrato su un carico di oltre 52.350 pezzi di fabbricazione cinese, tra rasoi a batteria, piastre per capelli, specchi per trucco illuminati a batteria, fasce addominali a impulsi, consolle per videogame, auricolari Usb, casse per musica, braccialetti per misurare la pressione, saldatrici, pannelli solari, porta cellulari per ricarica, cavetti carica batterie, lampade camping, camere Hd e torce lunghe e corte. Nello specifico, il marchio apposto sui prodotti non corrispondeva, per dimensioni e forma, agli standard previsti per il marchio di conformità Ce, obbligatorio per la vendita e l'uso all'interno dell'Unione Europea in conformità ai requisiti di salute e sicurezza.
I carichi sono stati sottoposti a sequestro per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti falsi, con riguardo alla contraffazione, e di frode nell'esercizio del commercio, per il marchio «CE» falso, mentre i conducenti dei mezzi e i rappresentanti legali delle società speditrice e destinataria della merce sono stati denunciati alla locale Autorità Giudiziaria. I carichi, in entrambi i casi, erano arrivati al porto su autoarticolati. I controlli sono partiti dall'esame della relativa documentazione. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia