Otto anni di reclusione. È la pena inflitta dal Tribunale di Brindisi a Roberto Tarantino, 62enne di Brindisi arrestato dalla Mobile e poi finito a processo per aver...
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Secondo quanto emerse dagli accertamenti investigativi non correva buon sangue tra zia e nipote. Ma a fornire elementi ai poliziotti fu il sistema di videosorveglianza di un'attività commerciale che ha sede lungo Corso Umberto, la zona dove si verificarono i fatti.
Dalle intercettazioni ambientali, poi si acquisirono ulteriori dati importanti per gli sviluppi dell’inchiesta. Emerse quella che fu tratteggiata dal giudice come una personalità violenta di Tarantino che viveva in quella casa insieme al figlio minorenne e alla zia, usufruttaria sino alla morte dell’abitazione che la sorella di lei aveva lasciato in eredità al figlio dell’arrestato. Più volte dai colloqui, dalle urla, dalle bestemmie di Tarantino emerse, sottolinearono gli investigatori della Sezione Omicidi della Mobile, il suo desiderio che la zia morisse. Nonostante l’aggressione e le continue minacce, la donna aveva accettato di tornare in quella casa che per lei era divenuta un inferno in una situazione – come affermano gli inquirenti – “di sudditanza nei confronti del nipote”.
Nonostante i tentativi di costruirsi un alibi sull’accaduto, finanche portandosi in un negozio di copisteria per dimostrare di non trovarsi nell’appartamento al momento dell’aggressione, le presunte menzogne di Tarantino furono smontate una per una e per l’uomo, che aveva solo piccoli precedenti per spendita di banconote false, scattarono le manette per tentato omicidio.
A processo, poi, la ricostruzione è stata ribadita con l’apporto delle testimonianze. Sono stati acquisiti i fotogrammi, ripercorsa la dinamica dei fatti anche attraverso l’esame delle conversazioni captate in casa.
Tarantino ha sempre affermato la propria innocenza. Le tesi accusatorie hanno però retto e il verdetto del collegio giudicante, venerdì sera, è stato di condanna. Colpevole, per il Tribunale che ha stabilito una pena pari a otto anni di reclusione. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia