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Sono passati diversi anni, ormai, da quando Rfi ha avviato la sua opera di dismissione dei passaggi a livello, ritenuti troppo pericolosi, che sono stati piano piano sostituiti da cavalcaferrovia o da sottopassaggi. Uno tra i pochi passaggi a livello che resistono a Brindisi, imperterriti, è quello tra via provinciale San Vito e via Osanna. Sono stati diversi, negli ultimi venti anni, i tentativi di trovare una soluzione a quella che, di fatto, è una strozzatura della viabilità che contribuisce, soprattutto nelle ore di punta, a rallentare drasticamente la circolazione su via Provinciale San Vito. Con code che, soprattutto al mattino, arrivano fino a via Ciciriello, che già subisce i rallentamenti dovuti al traffico su via Benedetto Brin causati dalla presenza di numerose scuole in via Nicola Brandi, via Amalfi e via Primo Longobardo.
Il progetto
Dopo numerosi studi e tentativi, dunque, i tecnici di Rfi, dialogando con il Comune di Brindisi, hanno stabilito che l’unica soluzione possibile per chiudere il passaggio a livello è quella di realizzare un sottopasso. Ma non per consentire alle auto di superare la “strozzatura” senza dover attendere decine di minuti il transito di uno, due e nel peggiore dei casi anche tre treni. Il sottopassaggio, infatti, sarebbe destinato esclusivamente ai pedoni.
I disagi
Una soluzione che, senza un’adeguata gestione di quel tratto di viabilità, potrebbe appesantire ulteriormente la situazione impedendo alle auto dirette in via Cappuccini di svoltare su via Osanna alleggerendo, almeno un minimo, il traffico su via Provinciale San Vito. Dal punto di vista tecnico, tuttavia, il problema sembra insormontabile. A causa della pendenza necessaria e della presenza di vari sottoservizi che corrono in parallelo con la strada, infatti, risulta impossibile realizzare un sottopasso che consenta l’accesso in sicurezza ed il transito delle auto in direzione via Osanna. Tanto che, ormai diversi anni fa, era stata individuata come soluzione alternativa la realizzazione di un cavalcaferrovia. Idea bocciata dai residenti del quartiere Minnuta con una petizione ed una protesta. Il progetto era approdato in consiglio comunale ai tempi del sindaco Giovanni Antonino e, il 22 ottobre del 2001, venne approvato all’unanimità. Trascorsi anni di apparente silenzio, Rfi presentò il progetto definitivo al settore Urbanistica del Comune, rendendo nota l’intenzione di realizzare l’opera nell’albo pretorio. Nessuno, però, mosse alcun rilievo o eccezione. A novembre del 2008, il progetto fu discusso in conferenza dei servizi presso il ministero delle Infrastrutture, superando un ulteriore passaggio burocratico. Quando il momento dell’avvio dei lavori era ormai vicino, scoppiò la protesta da parte dei residenti della Minnuta, che in poco tempo raccolsero oltre mille firme contro l’opera, che sarebbe passata a pochi metri dai balconi di decine e decine di famiglie. Una battaglia sposata, poi, anche da diversi consiglieri comunali. Dal 2009, tuttavia, l’argomento è sparito dal dibattito pubblico a Brindisi. Fino al 2016, quando si è svolto l’incontro tra l’allora assessore ai Lavori pubblici Salvatore Brigante e Rfi. Ma da allora, ancora una volta, silenzio.
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