Cinque scarichi a mare, quattro di competenza dell’aeroporto ed uno dell’Agusta, mettono a rischio la stagione balneare dopo l’ordinanza con la quale il...
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Un problema che riguarda, come detto, cinque punti del litorale a nord del capoluogo: cala Materdomini, lido Brin, lido Carabinieri e lido Polizia e infine il lido dei Vigili del fuoco. A questi si aggiunge un punto poche decine di metri più a sud di Sbitri, che però dipende dall’Agusta.
Il testo è stato modificato, in termini più stringenti, nello scorso mese di maggio. Così, Aeroporti di Puglia, recentemente subentrata all’Aeronautica militare nella competenza della gestione delle aree e dunque nella richiesta delle autorizzazioni. Quindi, la società che gestisce gli scali aeroportuali della regione ha chiesto un rinnovo delle autorizzazioni allo scarico.
Una scelta, quella del commissario, fatta sostanzialmente per adeguarsi alla legge e garantire la salute dei bagnanti, dunque per motivi validi, ma che rischia di compromettere l’intera stagione balneare. Non solo perché l’ordinanza coinvolge molti lidi privati in regola con le autorizzazioni e che, avendo investito, rischiano di non poter nemmeno aprire i battenti. Ma anche perché le spiagge libere a disposizione dei brindisini, principalmente ma non esclusivamente a causa del rischio di crollo della falesia, sono già pochissime e l’ordinanza, in questo senso, dà un vero e proprio colpo di grazia alla fruizione del litorale.
Ma a palazzo di città, commissario, sub commissario, dirigenti e funzionari sono tutti consapevoli del fatto che sarebbe catastrofico se le cose rimanessero in questo modo. E non a caso, infatti, nella stessa ordinanza il divieto di balneazione nei punti nei quali sono presenti gli scarichi delle acque piovane è definito temporaneo.
In attesa del piano di monitoraggio da parte di Aeroporti di Puglia, che dovrebbe concludere il procedimento di rinnovo delle autorizzazioni allo scarico, il Comune sta provando ad aggirare il problema. La soluzione, di per sé, è abbastanza semplice: il gestore dell’aeroporto comunica formalmente al municipio che gli scarichi di sua competenza sono normalmente chiusi e vengono aperti solo in caso di forti precipitazioni, a causa - pare - della scarsa capienza delle vasche di contenimento al servizio dello scalo aereo. A quel punto, basterebbe che Aeroporti di Puglia comunicasse al Comune l’apertura degli scarichi con tre o quattro ore di anticipo per consentire all’ente di emanare, volta per volta, ordinanze di divieto di balneazione temporanee. In questo modo, per il resto del tempo, i brindisini potrebbero fare il bagno senza rischi. Anche alla Conca. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia