È rimasto bloccato tre ore, dalle 6 di ieri mattina fino alle 9, viale Enrico Fermi: offlimits nell’ultimo suo tratto prima di arrivare all’area del...
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Coemi è l’azienda che si è occupata delle manutenzioni elettro-strumentali per Versalis, Enipower e Basell fino a quando non è stata espletata la nuova gara d’appalto che ha affidato lo stesso servizio, alle stesse condizioni economiche a Impes e a TsImpianti. Le imprese fin da subito hanno fatto sapere che non si sarebbero fatte carico di tutte e 27 le unità lavorative dichiarate esuberi fin da subito dalla ditta uscente.
Da qui è partita la vertenza che ha già visto le organizzazioni sindacali impegnarsi su diversi tavoli tra Confindustria e Prefettura con l’obiettivo di non lasciare nessuno a casa. Impegno dei rappresentanti sindacali che è stato sostenuto dai lavoratori prima con lo stato di agitazione che ben presto è diventato lo sciopero dei metalmeccanici e sfociato infine, da sabato scorso, a sciopero intercategoriale di tutti i lavoratori dell’indotto. Uno sciopero che, vale la pena far notare, ha riscontrato grande adesione quale sintomo del malessere diffuso che colpisce i lavoratori dell’indotto che temono di restare a casa ogni volta che si svolge una gara d’appalto.
Fatto sta che i tira e molla da un incontro ad un altro non sono serviti a modificare, se non in peggio, i numeri di coloro che sono fatti salvi dal passaggio di cantiere tra Coemi (uscente) e Impes e TsImpianti (subentranti).
In pratica Impes ha dato disponibilità per 4 unità (una in meno rispetto al primo precedente impegno) perché ritiene, tra l’altro, che all’interno della platea non ci sono le professionalità di cui necessita.
Tutte le speranze erano state riposte a lunedì scorso, quando il prefetto Annunziato Vardè aveva convocato le committenti Versalis, Enipower e Basell, Confindustria e le aziende subentranti. Ma nulla è cambiato se non che Confindustria si è fatta carico di verificare tra le aziende che gravitano nel petrolchimico se c’è la disponibilità a ricollocare gli esuberi rimasti. Una soluzione sulla quale i sindacati non si sono dichiarati in maniera favorevole.
Ieri mattina il livello della protesta è ulteriormente cresciuto. I lavoratori hanno bloccato la rotatoria che conduce all’ingresso principale del petrolchimico e anche l’entrata secondaria che utilizzano le aziende. “I lavoratori non hanno consentito il cambio-turno - riferisce il segretario Fiom Maurizio Sancesario - nemmeno ai lavoratori diretti. Hanno bloccato la strada dallo svincolo precedente all’ingresso dello stabilimento e sono stati inibiti tutti gli ingressi”. E’ stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine prima che i lavoratori decidessero di lasciare libera la strada. “Hanno liberato l’accesso per i lavoratori diretti – aggiunge Sancesario – ma resta bloccato l’accesso alle imprese e lo sciopero continua ad oltranza”.
La protesta mette a dura prova i rappresentanti sindacali per la gestione dei lavoratori diretti ai quali ieri mattina è stato inibita la possibilità di presentarsi a lavoro fino alle 9 circa con il rischio di generare una guerra tra poveri. E le difficoltà all’interno dello stabilimento non mancano. “I lavori sugli impianti seppur con qualche difficoltà stanno procedendo – fa sapere il segretario Femca Emiliano Giannoccaro - se l’azione dimostrativa dei lavoratori si collega con la gestione degli impianti, va bene. Per oggi (ieri per chi legge, ndr) le comandate sono state ridotte. Enipower ha tempi molto ristretti per eseguire i lavori in deroga all’Aia (autorizzazione integrata ambientale). Ma la situazione è ancora gestibile, riusciamo ad andare avanti. Certo tanta gente che stava in straordinario non ha avuto il cambio con grave disagio, ma stiamo cercando di gestire la situazione e mantenere un profilo basso per non contrapporre i lavoratori diretti agli indiretti. Speriamo che nel frattempo la situazione si possa sbloccare”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia