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Falciati come birilli e scagliati a diversi metri dal luogo dell’impatto. Sull’asfalto, coperti da lenzuoli bianchi, restano corpi senza vita. Cambia l’età anagrafica delle vittime, ma la scena a cui si assiste inermi dopo un investimento, è sempre la stessa. All’indomani della tragedia restano avvenuta in via Togliatti a Brindisi gli interrogativi. L’investimento di domenica, costato la vita a Teodoro Taurisano, è solo l’ultimo in ordine di tempo avvenuto in città. Una lunga scia di morti simile a quella di un bollettino di guerra. In via Palmiro Togliatti sono tre i pedoni rimasti uccisi mentre cercavano di attraversare la strada. Il primo caso risale alla fine degli anni ‘90.
I precedenti
All’incrocio semaforico con via Nardelli un uomo sta rincasando quando, nell’attraversare la strada, viene colpito in pieno da un auto che sopraggiunge a folle velocità dal quartiere Sant’Elia in direzione centro. L’uomo, pensionato e residente nella zona, muore poche ore più tardi in ospedale. L’indignazione spinge i residenti del quartiere Santa Chiara a chiedere a gran voce all’Amministrazione comunale un rapido intervento. Una situazione ingiusta e non più tollerabile aggravata dalla scarsa luminosità della zona abitata. Pochi mesi dopo la tragedia l’incrocio semaforico viene dotato di pulsanti per la chiamata pedonale, una soluzione affidabile per l’attraversamento sicuro di incroci e strade adattata già in diversi comuni.
Non basta.
Le strisce pedonali
Non sempre gli attraversamenti pedonali sono sinonimo di garanzia. In città, a mettere a rischio l’incolumità dei pedoni sono le strisce pedonali spesso difficilmente visibili, cancellate dal transito delle macchine, dei pullman o dei mezzi pesanti e non ridipinte dall’Amministrazione comunale, non per negligenza, ma per carenza di fondi. A ciò si aggiunge l'impianto semaforico a luci gialle spento da giorni.
Se la frequente non visibilità delle strisce pedonali può senz’altro determinare un aumento degli incidenti stradali, va detto però che il pedone che attraversa e viene investito sulle strisce ha sempre ragione. Gli interventi per migliorare la viabilità in città richiedono finanziamenti importanti. Le proposte progettuali da sole non bastano ad invertire la rotta.
Il comandante
«Quello che serve per migliorare la sicurezza sulle nostre strade - afferma Antonio Orefice, comandante della Polizia Municipale di Brindisi - è innanzitutto un rinnovato senso civico. Non si può pensare di percorrere una strada urbana a folle velocità non tenendo conto delle conseguenze». Una cultura della sicurezza stradale consente di contrastare i fenomeni all’origine di molti incidenti stradali tra i quali l’imprudenza sulle strade, l’abuso di alcol alla guida o sotto effetto di stupefacenti. «Tra un mese - aggiunge Orefice - il comando avrà all’attivo 65 unità a fronte delle 176 che si dovrebbero avere in base al numero di abitanti in città. E’ facile rendersi conto che con questi numeri il comando non riesce a far fronte a tutte le criticità che ogni giorno si propongono».
Tante le soluzione che si potrebbero adottare ma c’è da considerare che al momento il Comune di Brindisi non ha la capacità di spesa per affrontare un simile investimento. Insomma, come al solito, la coperta è sempre troppo corta. Rilevatori di velocità, dossi, dissuasori ottici per limitare la velocità richiedono misure che possono essere prese in considerazione solo dopo che il Comune ha inoltrato formale richiesta alla Prefettura. Spetta poi alla polizia stradale valutare i reali pressupposti dell’operazione. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia