Un 46enne di Brindisi ha continuato a perseguitare l’ex innamorata nonostante un divieto imposto dalla Procura della Repubblica già nel corso del 2016. Venerdì...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il divieto per l’uomo era quello di non avvicinarsi alla donna e ai luoghi frequentati da lei. Questa decisione era stata avanzata all’inizio dell’estate dello scorso anno quando il 46enne venne raggiunto da altra misura cautelare, seppur meno afflittiva ma che tendeva ad assicurare alla vittima una tutela tangibile ed immediata da possibili persecuzioni e ritorsioni da parte dell’autore dei reati.
Nonostante tutto, le persecuzioni dell’uomo nei confronti dell’ex innamorata sono andati avanti sino allo scorso luglio, quando le indagini della squadra mobile e la piena condivisione da parte dell’autorità giudiziaria inquirente - la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi - hanno permesso di richiedere ed ottenere una misura cautelare nei confronti dell’uomo e a dare quindi una certa ed immediata serenità alla vittima.
Peraltro, il 46enne conosceva bene il rischio che correva dopo il primo divieto eseguito nel 2016 se una nuova violazione fosse stata segnalata all’autorità giudiziaria, fino ad essere passibile di una misura restrittiva. Il gip, esprimendosi con altrettanta celerità, valutato il ricorrere di indizi in relazione a ripetute condotte verso la vittima tendenti a crearle un certo stato d’ansia e un mutamento nelle normali abitudini di vita (ritenute quindi sussistenti le esigenze cautelari), ha emesso a carico dell’interessato l’ordinanza di applicazione della misura restrittiva degli arresti domiciliari.
Nonostante gli sforzi fatti nel tempo, i casi di molestia, di maltrattamento, gli atti persecutori non diminuiscono in città, non accennano ad essere banditi e spesso sono anche oggetto di una sorta di giustificazione, soprattutto quando avvengono tra le mura domestiche: cosa che rende estremamente difficoltoso riuscire a scoprire i casi che giornalmente si consumano.
Le denunce non sono mai tantissime e ciò per i motivi più svariati: il terrore delle vittime di una ritorsione, preoccupazione di sciogliere un vincolo familiare o relazionale cui si tiene particolarmente nonostante le umiliazioni e le vessazioni subite, timore di perdere i figli e tanto altro.In questo settore tanto fanno però le unità specializzate della polizia di Stato e delle altre forze dell’ordine che, attraverso operatori qualificati e dotati di particolare sensibilità ed esperienza nel settore, riescono ad affrontare difficili percorsi investigativi fatti di delicati approcci con le vittime che, solo se accolte in un ambiente favorevole, riescono ad aprirsi ed a fornire quei dettagli che risultano di assoluta rilevanza per le indagini Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia