Dopo la diffida del rettore Vincenzo Zara, qualcosa si muove, e qualcos’altro frana. Tre lettere inviate nella giornata di ieri testimoniano l’affanno istituzionale...
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Alla lettera indirizzata da Leo agli attori sulla piazza brindisina interessati alla questione, fanno da contraltare le due lettere a firma del presidente della Provincia Bruno, che ha ribadito l’impossibilità da parte dell’ente di sostenere le spese di pulizia e portierato. Un passo indietro. E’ accaduto pochi giorni fa che 13 lavoratori sono stati licenziati. Si tratta di lavoratori che operano all’interno della Cittadella della Ricerca nei locali dell’Università del Salento: 9 addetti alle pulizie fino a qualche giorno fa in carico alla ditta Servizi Integrati e 4 lavoratori addetti al servizio di portierato in carico alla Sga. Quindi, non solo si perdono 13 unità lavorative, ma a fine mese vengono meno entrambi i servizi. «I tentativi di risolvere le problematiche connesse alla gestione della Cittadella della Ricerca vanno avanti da mesi – ha affermato il rettore Zara - senza alcun risultato concreto. Sono estremamente preoccupato. Le modifiche nelle competenze derivanti dall’applicazione della Legge Delrio non riguardano la nostra Università che, invece, finora è stata costretta a sollecitare gli opportuni incontri e le conseguenti decisioni, a oggi praticamente nulle, di fatto sostituendosi ai compiti di altri Enti territoriali. I servizi di guardiania e di pulizia dovrebbero essere garantiti dalla Provincia di Brindisi fino al 2028, come previsto da una convenzione sottoscritta anni fa».
Malgrado la diffida del rettore, e malgrado la convenzione puntualmente citata, la Provincia alza bandiera bianca: impossibile rispettare i contenuti di quell’accordo, per il venire meno di una serie di condizioni. A differenza di quello che sostiene Zara infatti, Bruno ribadisce: «L’attuale congiuntura economica negativa che attanaglia le Province, ulteriormente inasprita dal quadro normativo inerente il processo di riordino in corso di attuazione e dagli ulteriori tagli previsti dalla Legge di stabilità 2016 che hanno proiettato l’ente in una situazione di grave squilibrio economico-finanziario». Non solo: «Oltre a questo ci sono gli effetti della legge Delrio, che ha circoscritto il campo d’azione degli enti di Area vasta e indicato puntualmente le azioni che permangono in capo alle stesse e alle quali far fronte con le proprie entrate, in base al principio di autonomia».
In buona sostanza: la Provincia di soldi non ne ha, quindi nisba. Da qui l’aut aut: entro cinque giorni l’Università è invitata a ridefinire gli accordi con l’ente rivedendo la convenzione. Diversamente la Provincia «si vedrà costretta a recedere unilateralmente». A meno che la riunione del 2 maggio non partorisca il miracolo sperato. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia