Fa un certo effetto per chi, in questi giorni si trova a passeggiare sul lungomare di Brindisi, la presenza dello yacht di lusso Silver Shalis. Non solo per la sua bellezza e per...
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"Ma ne abbiamo avuto - sottolinea Quarta - anche di più grandi come il Talita di 80 metri". Un maxi yacht che era già stato a Brindisi in passato quando a bordo c'era, ad esempio, Tom Cruise.
Per Quarta è lungo l'elenco delle barche da sogno che sono passate da Brindisi e dai porti del Salento. Ricorda, ad esempio, con una certa emozione per la sua bellezza, la barca a vela "Tiziano" del 1923 oppure dei lussuosissimi yacht "Sanoo" e " Samarra" appartenenti a due sceicchi del Q8 padre e figlio.
Questi esempi lasciano immaginare l'importanza di questo settore dell'assistenza agli yacht di lusso. Bisogna rifornirli, provvedere alle prenotazioni delle stanze di albergo per quei vip che non vogliono dormire in barca, provvedere al noleggio di auto di lusso oppure ad una cena in un ristorante o un volo per altre destinazioni. Si tratta di clienti che non hanno problemi di baget e che sono pronti a pagare grosse cifre per un desiderio. Una situazione che la città non ha imparato a sfruttare e spesso chi offre accoglienza ai vip è costretto a rivolgersi a società non locali per ottenere, ad esempio, un modello particolare di auto da noleggiare o qualche prelibatezza o un servizio un po' extra rispetto alle richieste classiche. Spesso, anche chiedere un mazzo di fiori di un particolare colore è difficile.
Massimo Quarta racconta una serie di aneddoti, anche simpatici o di richieste particolari fatte da qualcuno dei suoi clienti.
«Richieste strane, nel tempo, ce ne hanno fatte tante. Di ogni tipo. A volte è capitato che qualcuno chiedesse una bottiglia di vino particolare di una certa marca e di un anno ben determinato. Oppure di quella volta che per una cena a bordo mi chiesero di procurare dei gamberi carabineros. Introvabili da noi e me li feci spedire da un importatore di Milano che usò del ghiaccio sintetico per conservarli surgelati durante il viaggio».
Brindisi offre notevoli opportunità quindi?
«Certamente ma manca una vera cultura dell'accoglienza. Vuole un esempio? Le banchine. E' possibile che i lavori di sistemazione e di ampliamento si debbano fare proprio nel periodo meno indicato per noi oppure che in alcuni attracchi manchino i collegamenti per l'acqua o per la corrente elettrica?. Accidenti - continua Quarta - tanti mesi fermi durante l'inverno e quando è che si fanno i lavori se non proprio nel mese di giugno e luglio? Questo significa che chi gestisce il porto non ha una visione ampia di tutte le opportunità possibili ma solo di tipo burocratica della realtà. Così - conclude Quarta - è difficile lavorare ed a parte Teo Titi e me, trovare qualcuno che per davvero ha capito fino in fondo le potenzialità enormi di questo settore a volte è una grossa impresa».
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Quotidiano Di Puglia