L’eccezionale ondata di neve, gelo e forti venti di tramontana, seguiti negli ultimi giorni da violente grandinate, hanno piegato il comparto orticolo e frutticolo della...
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«Dalle segnalazioni dei nostri soci - denuncia il presidente di Coldiretti Brindisi, Sergio Botrugno - abbiamo stimato un danno fino al 100% sui carciofi, andati completamente distrutti, su insalate e rape. Abbiamo registrato un danno oltre l’80% sull’erbetta, su cicoria, cavolo bianco, verde e cappuccio, bietola, prezzemolo e finocchio. La neve prima e la grandine poi, associate a forti raffiche di vento di maestrale stanno ritardando la stessa verifica e la conta dei danni in campagna, dove sono state le ortive in pieno campo ad avere la peggio ed in particolare le carciofaie».
La Puglia è la maggiore produttrice italiana di carciofi, con 160.000 tonnellate che rappresentano il 94% della produzione del Mezzogiorno ed il 33% di quella nazionale e la provincia di Brindisi garantisce un notevole apporto in termini di produzione e ricchezza. La produzione lorda vendibile per ettaro presenta un notevole valore economico, dove si riscontra una notevole incidenza delle spese per la manodopera (il 42% delle spese totali) ed il reddito risulta eccessivamente condizionato dalle fluttuazioni di mercato. «Vista la gravità della situazione - aggiunge il direttore di Coldiretti Brindisi, Aldo De Sario - i nostri uffici tecnici stanno procedendo all’immediata verifica dei danni, anche sulla base delle numerosissime segnalazioni che stanno ricevendo. E’ indispensabile che i territori rurali vengano tutelati con efficacia ed immediatezza rispetto ad eventi di tale eccezionalità».
La zona di produzione della Igp “Carciofo Brindisino” comprende l’intero territorio amministrativo dei seguenti comuni: Brindisi, Cellino San Marco, Mesagne, San Donaci, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, San Vito dei Normanni e Carovigno. Anche il comparto zootecnico ha subito dei danni nonostante che in provincia di Brindisi le aziende non sono numerose. Tuttavia, il congelamento delle tubature dell’acqua ha causato la ritardata erogazione dell’acqua agli animali. In alcuni casi gli abbeveratoi esterni hanno subito il congelamento dell’acqua. Difficoltà che, in ogni modo, sono state superate dagli imprenditori che hanno provveduto ad alimentare gli abbeveratoi con acqua corrente prelevata dai pozzi e trasportata in cisterne. Per fare fronte a questi disagi, soprattutto economici, Coldiretti, in attesa che vengano perfezionati i provvedimenti utili a rendere capiente il Fondo di Solidarietà Nazionale e ad azzerare la burocrazia per accelerare l’avvio delle attività di ripristino e ristrutturazione, ha chiesto al Ministero delle Politiche Agricole di dare corso al pagamento a saldo degli aiuti comunitari Pac, in modo che le aziende agricole e zootecniche possano recuperare nell’immediato un minimo di liquidità. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia