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Un polo attrattivo per l'artigianato che possa diventare uno dei punti di riferimento per il centro storico. Parte da queste premesse l'amministrazione comunale di Brindisi che ha approvato, attraverso una delibera di giunta, un bando per selezionare sei soggetti a cui destinare altrettanti locali all'interno del complesso delle ex Scuole Pie, che è conosciuta, appunto, come Corte degli artigiani.
Il bando dell'amministrazione
La procedura di evidenza pubblica, che una volta pubblicata varrà per trenta giorni, mira quindi a ricercare artigiani che potranno avere la disponibilità di questi locali per una durata di sei anni, alla scadenza dei quali gli assegnatari dovranno riconsegnare il bene nelle condizioni in cui lo hanno ricevuto. Le strutture hanno varia grandezza e diversi canoni concessori mensili che saranno a base d'asta. Gli interessati, infatti, all'interno della loro domanda dovranno presentare una loro offerta economica (ovviamente al rialzo) rispetto a quella predeterminata dal bando di Palazzo di Città: si va da un primo laboratorio di 55,6 metri quadri con importo base di 409 euro ad un altro di poco più di 54 con importo base di 398 euro.
Le possibili attività
Rispetto ai precedenti canoni concessori, è specificato nell'avviso, «a causa della perdurante difficile situazione economica che attualmente colpisce pesantemente anche il settore dell'artigianato artistico», ed anche «in considerazione del fatto che i precedenti bandi sono andati di fatto deserti», è stata applicata «una riduzione lineare del 25 per cento sui valori originari», ottenendo gli importi già elencati. L'avviso circoscrive anche le possibili attività che si potranno effettuare all'interno dei locali, facendo riferimento alle attività contemplate nel regolamento regionale di riferimento: nell'elenco ci sono abbigliamento su misura; cuoio, pelletteria e tappezzeria; decorazioni; fotografia, riproduzione disegni e pittura; legno e affini, senza l'utilizzo di attrezzature non idonee al manufatto; metalli comuni (escluse le lavorazioni da fabbro); metalli pregiati, pietre preziose, pietre dure e lavorazioni affini (escluse quelle da fabbro); strumenti musicali; vetro, ceramica, pietra ed affini, senza l'utilizzo di attrezzature non idonee al manufatto; carta, attività affini e lavorazioni varie; alimentaristi (con esclusione di chi lavora o produce prodotti ittici, salumi, carni fresche, grassi, strutto e frattaglie); restauro (con esclusione delle produzioni di fuochi pirotecnici); cereria.
Restano aperte le porte anche a «coloro che esercitano ulteriori attività artigianali di tipo artistico e con uguali specificità connesse alla cultura e le tradizioni locali e con evidenti ricadute di crescita in prospettiva», anche se «la loro offerta sarà presa in considerazione solo se non saranno validamente pervenute offerte di artigianato artistico». Tutto questo per riuscire a garantire, nell'eventualità, «con un diverso utilizzo di un locale all'interno del complesso, la piena fruibilità del bene restaurato».
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Quotidiano Di Puglia