Gli infermieri dell’Asl di Brindisi che fanno riferimento al Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, incroceranno le braccia mercoledì 31 gennaio....
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«Da troppo tempo, nelle unità operative dell’Asl di Brindisi – spiega Villani nella nota con la quale convoca lo sciopero del 31 gennaio - si lavora costantemente in una situazione di disagio e di rischio per gli utenti e per i professionisti; da troppo tempo nelle unità operative dell’Asl di Brindisi si rileva un carico di lavoro elevato a causa di risorse sottodimensionate in relazione alla complessità assistenziale richiesta dalle condizioni degli utenti che giungono presso la struttura in cerca di cure e assistenza; da troppo tempo affermiamo che se il rapporto tra infermieri e pazienti assistiti è maggiore di 1:6 si ottiene un aumento degli esiti negativi nonché delle cure mancate; da troppo tempo affermiamo che siamo pochi e demansionati, ovvero utilizzati per assolvere compiti non riconducibili alle attività professionali richieste a un infermiere, a spese dell’assistenza ai nostri pazienti e a guadagno delle aziende sanitarie; da troppo tempo il demansionamento intacca le basi della professione e mette in discussione l’esistenza stessa dell’infermieristica come professione, relegandola ai margini dell’intero sistema sanitario».
Il quadro offerto dal segretario del Nursind è grave e già noto: le rivendicazioni di Villani e di altri protagonisti del mondo sanitario e sindacale sono conosciute da tempo e si concentrano soprattutto su quello che è uno dei talloni d’Achille dell’intero sistema, ovvero la carenza di personale che riguarda l’intero sistema sanitario locale e regionale, rimanendo dalle nostre parti. Dalla mancanza di infermieri, ma anche di medici e di Oss, gli operatori sociosanitari, figure di supporto all’attività infermieristica, infatti, discenderebbero a cascata le criticità riguardanti gli eccessivi carichi di lavoro, il demansionamento e il rapporto numerico tra infermieri e pazienti, giudicato gravemente insufficiente per l’erogazione di un servizio in linea con gli standard richiesti dalla legge.
«I primi responsabili di questa situazione, secondo qualcuno – attacca sarcasticamente Villani - saremmo proprio noi infermieri. Basta parole, basta lamentarsi! È l’ora dei fatti: i nostri assistiti capiranno». I fatti cui il segretario si riferisce riguardano la chiamata rivolta ai colleghi per lo sciopero del 31 gennaio, appuntamento che rappresenta il culmine della tensione dei rapporti tra sindacato e azienda: gli infermieri si sono dati appuntamento alle 7 di quel giorno sotto i cancelli della sede della direzione generale di via Napoli, al quartiere Casale, per una manifestazione pubblica durante la quale saranno esposti in maniera organica ed esaustiva i punti sopra menzionati. «Chiediamo – conclude Villani - una programmazione e un piano assunzioni elaborati sulla base di una mappatura delle carenze rispetto alle reali esigenze dei professionisti della sanità e dell’utenza del servizio; rivendichiamo uno strumento uniforme per il calcolo del fabbisogno delle dotazioni organiche attraverso metodi che tengano conto di studi ed evidenze scientifiche e non solo dei tetti di spesa. Il 31 gennaio, per far sentire la nostra voce, dalle 7, proclamiamo uno sciopero aziendale e una manifestazione presso la sede della direzione generale dell’Asl di Brindisi, in via Napoli 8, al quartiere Casale». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia