Rapina allo ZooSafari: l'esame del Dna per incastrare gli autori

Rapina allo ZooSafari: l'esame del Dna per incastrare gli autori
L’esame del Dna come prova regina per incastrare alle proprie responsabilità uno dei presunti autori della banda che il 20 settembre del 2020 mise a segnò una...

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L’esame del Dna come prova regina per incastrare alle proprie responsabilità uno dei presunti autori della banda che il 20 settembre del 2020 mise a segnò una rapina allo Zoosafari di Fasano. Per quel fatto dall’ottobre scorso sono in carcere Gionathan Manchisi, 41 anni, e Roberto Romano, 32 anni, entrambi fasanesi. Dallo stesso giorno una giovane fasanese è sottoposta a provvedimento cautelare di obbligo di dimora.

Le indagini

Gli arresti sono arrivati dopo due anni di confronti giudiziari (il gip ha rigettato la richiesta del pm, che contro quel diniego ha fatto ricorso al riesame, i giudici hanno accolto la richiesta, la Cassazione ha confermato). La decisione del pm Raffaele Casto di effettuare l’esame del Dna sui campioni biologici prelevati da un passamontagna trovato dagli investigatori lungo la via di fuga percorsa dai rapinatori dopo il colpo è arrivata all’indomani della conclusione delle indagini preliminari. Nel frattempo è stata fissata per il 25 maggio prossimo l’udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Brindisi Vilma Gilli. Il compito di effettuare la comparazione tra il Dna estratto dai campioni biologici presenti nel passamontagna e il codice genetico dei due presunti autori materiali della rapina allo Zoosafari era stato inizialmente delegato ai carabinieri del Ris. Il colpo fruttò ai banditi circa 12800 euro, denaro che un addetto della struttura stava portando nella direzione del parco dopo averlo prelevato dalle casse del parco faunistico. 

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Quotidiano Di Puglia