OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Obbligo di soggiorno nel comune di Brindisi per Cosimo Carrisi, 35 anni, condannato in primo grado a sei anni di reclusione dal Tribunale di Lecce con l'accusa di avere cercato di estorcere la gestione dello scorso anno della festa dell'Ave Maris Stella del rione Casale.
Due condanne
Il Tribunale di Lecce, condividendo gli elementi raccolti in sede istruttoria dalla divisione di polizia Anticrimine della questura di Brindisi, ha accolto la proposta della misura di obbligo di soggiorno formulata dal questore Annino Gargano, attestandone l’estrema pericolosità sociale, in quanto ritenuto contiguo alla criminalità organizzata e riconducibile alla frangia brindisina della Sacra Corona Unita. Con Carrisi era stato condannato anche Gennaro Di Lauro, 33 anni, nel processo con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza Angelo Zizzari: quattro anni di reclusione.
L'inchiesta e gli arresti
In particolare, nel settembre scorso, la Squadra Mobile, a seguito di “indagini lampo” aveva arrestato Carrisi insieme a Di Lauro con l'accusa di tentata estorsione aggravata al fine di agevolare l'attività delle locali associazioni di tipo mafioso, nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Carmen Ruggiero.
L'aggravante della mafiosità
La gravità delle minacce rivolte alla vittima aveva spinto gli inquirenti a contestare l'aggravante dell’articolo 416 bis del codice penale (associazione mafiosa) e, parallelamente, il questore di Brindisi aveva avviato l’istruttoria per l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale.
Leggi l'articolo completo suQuotidiano Di Puglia