ROMA, 19 GEN - Domani Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno proclamato lo sciopero generale di 8 ore in tutti i siti e gli stabilimenti italiani di Eni e Saipem. E'...
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L'astensione dal lavoro - assicurano i sindacati - non avrà ripercussioni sulla sicurezza e la salvaguardia degli impianti, né tantomeno sul servizio ai cittadini. Secondo i segretari generali di Filctem, Femca, Uiltec, Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani, "dopo la parziale cessione delle quote azionarie di Saipem, il Gruppo Eni si appresta a cambiare pelle per divenire un gruppo che opera esclusivamente all'estero, concentrando investimenti e attività solo in ricerca ed estrazione di gas e petrolio, operando di fatto come broker oil, perdendo di fatto quelle caratteristiche di azienda di "sistema" che ha garantito e garantisce l'insieme del ciclo produttivo, dall'estrazione al consumo: inaccettabile!".
"Cedere per Eni la raffinazione - proseguono i segretari - significa in larga parte perderla; rinunciare alla chimica "verde" significa precludere futuro all'Italia; abbandonare alcune attività di Saipem o mettere in discussione la presenza nel segmento retail della Direzione Gas & Power vuol dire svilire opportunità per le nostre aree, soprattutto quelle più depresse del Mezzogiorno, e determinare gravi problemi occupazionali".
Ma il principale "pomo della discordia" diventato rovente, scrivono ancora i sindacati, è la dismissione della chimica con i suoi stabilimenti di Versalis a Porto Marghera, Ferrara, Mantova, Ravenna, Brindisi, Priolo, Ragusa, Porto Torres e Centro ricerche (oltre 6000 lavoratori tra diretti ed indiretti). "L'Italia, senza Versalis sotto il controllo di Eni, non sarà in grado - polemizzano - di adeguare il proprio processo produttivo in senso "green", di una chimica innovativa: rischieremo di importare prodotti sostenibili dall'estero, altro che modernizzazione del paese!". (ANSA). Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia