Era una sentenza scritta già da giorni, forse mesi, ma la notizia dell'invio delle lettere di licenziamento per i 120 lavoratori della Santa Teresa, la società...
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La comunicazione ufficiale è arrivata ieri alle parti sociali e porta la data del giorno precedente, il 7 dicembre. “Dopo ampia discussione - si legge nel documento con il quale la Provincia comunica il licenziamento dei lavoratori - anche con riferimento alla proposta di legge di stabilità 2017 in corso di approvazione da parte del Parlamento (che non dà prospettive di finanziamento), e date le poste di bilancio di previsione 2016 tutt'ora in corso di esame e approvazione del Consiglio Provinciale, è emerso che, allo stato, non sussiste la benchè minima possibilità di affidamenti di servizi per l'anno 2017”. Insomma, a partire dal principio dell'anno nuovo, non ci saranno le risorse per portare avanti il lavoro della partecipata.
Questo, però, non vale solo per la Santa Teresa: nelle stesse condizioni si trova, infatti, il Centro di prima accoglienza fauna selvatica in difficoltà di Ostuni, organismo dipendente dalla Provincia che si occupa di fornire un servizio di ricovero della fauna selvatica omeoterma (uccelli e mammiferi) ferita, fratturata o intossicata, prestando le cure alimentari, igieniche e di assistenza veterinaria, con relativa degenza, riabilitazione e rilascio in natura.
Spentasi anche quest'ultima speranza, non c'è stato altro da fare se non prendere atto della situazione e, in definitiva, gettare la spugna. «In relazione a quanto sopra, non resta che dare esecuzione a quanto stabilito dalla deliberazione di Consiglio Provinciale del 25 novembre, demandando al management di Santa Teresa di attivare ogni azione di legge utile onde evitare di arrecare danno erariale all'ente». Che, tradotto in linguaggio comune, significa che la Santa Teresa chiude i battenti e i suoi dipendenti rimangono a casa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia